IERI POMERIGGIO

Una “mini-Flotilla” ha cercato di bloccare nel porto di Venezia una nave cargo diretta in Israele

Una trentina di attivisti in azione a punta Fusina a Venezia a bordo di piccole imbarcazioni

Una “mini-Flotilla” ha cercato di bloccare nel porto di Venezia una nave cargo diretta in Israele

Martedì pomeriggio, 30 settembre 2025, al porto di Venezia, una trentina di attivisti, a bordo di piccole imbarcazioni partite da Punta Fusina, hanno tentato di bloccare la nave cargo MSC Melani III durante le operazioni di partenza.

Una “mini-Flotilla” ha cercato di bloccare una nave cargo diretta in Israele

L’azione, già annunciata nei giorni scorsi sui canali social dei centri sociali del Nord Est, si inserisce nel solco delle mobilitazioni contro la guerra a Gaza e contro la presunta collaborazione logistica dei porti italiani con il commercio diretto verso Israele.

La protesta

Gli attivisti hanno diffuso un messaggio chiaro e diretto:

“Contestiamo e blocchiamo la nave MSC Melani III. Fuori guerra e genocidio dal porto di Venezia“, hanno scritto sui social.

Abbiamo nuovamente l’urgenza di dimostrare la nostra solidarietà con determinazione, bloccando questa nave. E l’unico modo che conosciamo è farlo via acqua, con le nostre barche e i nostri corpi. Stiamo pronti a salpare e bloccare questo carico di morte.

Negli anni abbiamo dimostrato che essere una piccola flotta di navi contro dei giganti è possibile ed efficace. Stiamo raccogliendo informazioni per capire quando questa nave si muoverà: è necessario convergere al momento giusto per poter essere in tanti e tante”.

Secondo la loro denuncia, il cargo trasporterebbe merci destinate a Israele, e la scelta di intervenire con un’azione dimostrativa in acqua è stata motivata dalla volontà di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su ciò che definiscono “complicità economica e militare” del traffico marittimo.

La protesta

“Il genocidio passa anche da qui, ma non siamo disposti ad accettarlo: container carichi diretti a uno stato genocida, agli insediamenti sionisti in Cisgiordania non passeranno nel silenzio dai nostri porti.

Per la Palestina, blocchiamo tutto. Quando bloccheranno la Flotilla, bloccheremo il ponte della Libertà. Non ci fermeremo. Palestina libera”, hanno scritto gli attivisti Laboratorioccupato Morion.

La protesta ha creato momenti di tensione nell’area portuale, con le imbarcazioni dei manifestanti che hanno cercato di ostacolare le manovre del natante. L’intervento delle forze dell’ordine ha garantito la sicurezza e, nonostante il tentativo di blocco, la nave è riuscita a lasciare gli ormeggi intorno alle 19, scortata dalla polizia.

Un contesto di crescente mobilitazione

L’episodio si inserisce in un contesto di crescente mobilitazione in diversi scali italiani ed europei, dove gruppi di attivisti denunciano il ruolo dei grandi operatori della logistica marittima nelle rotte commerciali legate al conflitto.

La manifestazione di ieri arriva infatti a pochi giorni da un’altra protesta di ampie proporzioni: lo sciopero generale indetto dai sindacati di base lo scorso lunedì 22 settembre 2025, in solidarietà con la popolazione di Gaza. A Marghera, circa 20mila persone hanno preso parte a un corteo che ha bloccato il porto commerciale al grido di “Free Palestine”.

La protesta del 22 settembre 2025

Le forze dell’ordine sono intervenute con idranti per disperdere i manifestanti, mentre a Venezia gli studenti hanno occupato il rettorato di Ca’ Foscari accusando governo e opposizione di complicità con il conflitto. In agitazione anche gli studenti dell’Università di Padova, che hanno annunciato iniziative analoghe.

Intanto, sabato 27 settembre, al Chiostro dell’M9 di Mestre si è svolta una grande assemblea cittadina con la partecipazione di circa 500 persone e decine di realtà associative.

L’assemblea cittadina a Mestre

Dal confronto è emersa la proposta di una nuova mobilitazione di massa: bloccare il ponte della Libertà, considerato luogo simbolico e snodo logistico cruciale della città, in solidarietà con la popolazione palestinese e a sostegno della Global Sumud Flotilla. Gli organizzatori hanno ribadito lo slogan: “Se attaccano o bloccano la Flotilla, noi blocchiamo tutto”, invitando la cittadinanza a prepararsi a una nuova giornata di disobbedienza collettiva nelle prossime settimane.