Dopo cinque interrogatori e tre udienze, l’ex assessore alla Mobilità di Venezia, Renato Boraso, ha scelto il patteggiamento, chiudendo così il primo capitolo della maxi inchiesta Palude.
Inchiesta Palude a Venezia, patteggia l’ex assessore Boraso
Boraso era stato arrestato il 16 luglio 2024 e, dopo tre mesi e mezzo tra carcere e domiciliari, è arrivato l’accordo tra accusa e difesa: 3 anni e 10 mesi di reclusione e il pagamento di 308 mila euro.
La giudice Carlotta Franceschetti ha impiegato un’ora di camera di consiglio prima di emettere il verdetto, che ha riguardato anche gli imprenditori Fabrizio Ormenese (condannato a 2 anni e 9 mesi) e Daniele Brichese (3 anni e 10 mesi). Boraso non era presente in aula, rappresentato dal suo legale, l’avvocato Umberto Pauro, che ha commentato:
“Si è chiuso un capitolo”.

Secondo le accuse, Boraso avrebbe avuto un ruolo chiave in 12 episodi di corruzione e turbativa d’asta, con appalti pilotati e un intreccio di interessi politici e imprenditoriali all’ombra di Ca’ Farsetti.
Il videoservizio di Tv7, televisione del nostro gruppo editoriale Netweek:
A dicembre il processo a Brugnaro
Il prossimo appuntamento giudiziario è fissato per l’11 dicembre, quando si aprirà il processo principale dell’inchiesta, che coinvolge anche il sindaco Luigi Brugnaro, alcuni suoi collaboratori e l’imprenditore di Singapore Kwong, accusati di corruzione in relazione ai progetti dei Pili e di palazzo Papadopoli.

In questa seconda tranche figura ancora Boraso, ma il suo avvocato frena:
“È tutto da dimostrare”.
Quanto all’ipotesi di affidamento ai servizi sociali, Pauro precisa: se ne parlerà solo quando la sentenza diventerà definitiva.