I sindacati dei medici si oppongono

Carenza medici in Veneto, approvata in via temporanea assunzione specialisti con titolo estero non riconosciuto in Italia

L'Assessora alla Sanità ha affermato: "Il provvedimento rappresenta una misura straordinaria pensata per rispondere alle criticità ormai strutturali che affliggono i servizi di emergenza-urgenza e i pronto soccorso delle Ulss venete".

Carenza medici in Veneto, approvata in via temporanea assunzione specialisti con titolo estero non riconosciuto in Italia
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Giovedì 31 luglio 2025, la Giunta regionale del Veneto ha approvato, in via temporanea e sperimentale, l'assunzione di medici specialisti con titolo conseguito all'estero non ancora riconosciuto in Italia.

Il bando per l'assunzione dei medici

Ciò sarebbe possibile grazie a delle normative del periodo della pandemia che, fino al 2027, permettono alle Regioni di attivare dei percorsi di reclutamento temporaneo per contrastare la carenza di personale sanitario. Di fatto, la Giunta considera la mancanza di medici come una criticità strutturale e, quindi, che è necessario intervenire.

A occuparsi del bando sarà l'Azienda Zero che, già dai prossimi giorni, potrebbe pubblicare un "invito" al personale sanitario estero presente sul territorio nazionale, che sia dotato di cittadinanza italiana o di permesso di soggiorno per motivi lavorativi. Inoltre, sarà possibile indicare dove si preferirebbe lavorare tra le diverse Ulss venete.

Le dichiarazioni dell'Assessora alla Sanità

L'Assessora alla Sanità della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, ha dichiarato:

"Questa iniziativa nasce dalla necessità di assicurare continuità ai servizi di emergenza e pronto soccorso, che sono presidi fondamentali per la salute dei cittadini. È una risposta pragmatica a una situazione di carenza che riguarda l’intero Paese e che si sta aggravando".

Manuela Lanzarin
Manuela Lanzarin all'inaugurazione della Casa della Comunità di Lonigo

Inoltre, ha voluto sottolineare che i candidati saranno sottoposti a dei test e colloqui per valutare la conoscenza della lingua italiana. Infatti, l'assunzione sarà possibile solo dimostrando di saper comunicare con eventuali pazienti o colleghi.

L'Assessora ha anche aggiunto che l'assunzione potrà avvenire solamente una volta esauriti i posti nelle graduatorie ordinarie per assunzioni a tempo indeterminato e le graduatorie riservate ai medici in formazione specialistica. Inoltre, i contratti saranno validi fino al 31 dicembre 2027, salvo proroghe della normativa statale.

"Comprendiamo che il tema sia delicato e siamo consapevoli della complessità normativa legata al riconoscimento dei titoli ma proprio per questo, nella delibera abbiamo previsto un impegno chiaro: ci attiveremo presso il Governo affinché venga definita a livello nazionale una disciplina specifica che consenta anche a questi professionisti di iscriversi a elenchi speciali presso gli Ordini, garantendo trasparenza, sicurezza e uniformità di sistema".

Secondo quanto affermato da Lanzarin, l'obiettivo della Regione è quello di dare una risposta concreta ai cittadini per quanto riguarda la carenza di personale sanitario.

Soluzione che preoccupa i sindacati

Tuttavia, questa soluzione preoccupa il Sindacato dei Medici Italiani Confsal che, tramite un comunicato stampa, afferma che ciò potrebbe influire sulla qualità del servizio e delle cure dei cittadini.

L'annuncio è una dichiarazione congiunta di: Lora Liliana, Segretario Regionale SMI Veneto e Vice Segretario Vicario Nazionale; Fabiola Fini, Vice Segretario Nazionale SMI; Alberto Pozzi, Presidente SMI Veneto. In particolare, si può leggere:

"Una soluzione che svilisce e discrimina profondamente il lungo impegno formativo obbligatorio a cui sono tenuti i medici italiani per esercitare la professione, con l’incognita  della qualità dell’assistenza e della sicurezza per il cittadino, con effetti imprevedibili sugli esiti di salute e le conseguenti possibili ricadute risarcitorie sulle aziende ospedaliere.

Gli incontri tra Regione Veneto e i sindacati dei medici sull’Accordo Integrativo Regionale sono stati fermi per un anno e mezzo,  solo adesso si è riaperto un confronto, che non  riesce a colmare i ritardi accumulati. La scelta di utilizzare personale estero, con le caratteristiche qui evidenziate, è conseguente ai ritardi della Giunta Regionale Veneto; per questo la riteniamo irrispettosa dei professionisti del settore che non sono stati  ascoltati".

Infatti, il sindacato incolpa la Regione per la mancanza di personale che, senza una "seria" programmazione sanitaria, ha lasciato che molti professionisti scegliessero il privato piuttosto che lavorare nel settore pubblico.

"Perché i medici se ne vanno dalla sanità pubblica? Le motivazioni sono trasversali a tutti i contesti: burocratizzazione eccessiva del lavoro, stress lavoro correlato con crescente burnout, trattamenti economici inadeguati, insostenibilità dei tempi lavoro-famiglia, ambiti lavorativi insicuri con esposizione ad aggressioni fisiche e verbali, contenziosi legali crescenti".

Il comunicato conclude:

"Senza una politica di sostegno del personale ospedaliero e medico  l’affossamento del servizio sanitario pubblico sarà inevitabile. Chiediamo concrete politiche programmatorie e la cancellazione dei tetti di spesa in sanità  per salvaguardare l’universalità dell’acceso alle cure per tutti".