Il virus della Febbre del Nilo Occidentale continua a circolare in Italia anche nella stagione estiva 2025. Secondo l’ultimo bollettino pubblicato il 21 luglio 2025, dall’EpiCentro, Istituto Superiore di Sanità, sono segnalati casi in Lazio, Piemonte, Emilia‑Romagna e Veneto.
Primo decesso nel Lazio: morta un’anziana a Fondi
La prima vittima italiana del 2025 legata alla febbre del Nilo occidentale è Filomena Di Giovangiulio, 82 anni, originaria di Nerola e deceduta all’ospedale di Fondi per complicanze legate a una forma neuro-invasiva di West Nile Virus, in provincia di Latina.
Secondo quanto riportato dai media locali e confermato dalle autorità sanitarie, la donna è morta dopo un improvviso peggioramento delle condizioni cliniche. L’infezione, trasmessa da una zanzara infetta, è stata confermata attraverso accertamenti virologici. Si tratta del primo decesso dell’anno causato dal virus in Italia.
Il contagio sarebbe avvenuto intorno al 10–12 luglio in un’abitazione di campagna con giardino, situata nei pressi di un canale. Il caso ha fatto scattare l’allerta sanitaria nella zona.
Nella stessa area sono stati rilevati altri sei casi confermati, tutti autoctoni e non correlati tra loro, circoscritti ai comuni di Latina, Cisterna e Priverno. Tra questi, due uomini di 63 e 72 anni presentano sintomi neurologici gravi e sono ricoverati in condizioni critiche presso l’ospedale Santa Maria Goretti, mentre gli altri quattro pazienti risultano in miglioramento.
Le autorità regionali hanno attivato una cabina di regia: il Ministero della Salute e la Regione Lazio hanno allertato medici, pediatri, pronto soccorsi e veterinari, predisponendo misure di disinfestazione nelle zone a rischio (contro la zanzara Culex pipiens) e avviando sorveglianza sierologica su cavalli e persone nel raggio di 5 chilometri dal focolaio.
Il contagio in Veneto: primo caso nel 2025
Secondo l’ISS, il Veneto registra un solo caso confermato nel 2025, di tipo febbrile lieve, emerso nella settimana del 16 luglio. Si tratta del primo episodio stagionale in regione. In Veneto il virus è presente in modo endemico dal 2008, con picchi nel 2018 e nel 2022, come evidenziato da Fabrizio Montarsi dell’IZS delle Venezie:
“Una zanzara si infetta pungendo un uccello portatore del virus. Quindi una persona infetta non è fonte di contagio per altri”

La maggior parte dei contagi, circa l’80%, sono asintomatici. Nel restante 20% si manifestano sintomi lievi (febbre, mal di testa, dolori), ma in meno dell’1% dei casi, soprattutto tra anziani e soggetti fragili, si sviluppa una malattia neuro-invasiva (meningite, encefalite, paralisi) che può portare al decesso in circa il 10% dei casi gravi.
Diffusione geografica: il quadro odierno
Secondo l’ultimo bollettino del 21 luglio pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, in Italia nel 2025 sono stati segnalati 33 casi confermati di infezione da West Nile Virus. Tra questi:
- 9 casi di malattia neuro-invasiva (WNN)
- 11 casi febbrili (WNF)
- 1 caso di sindrome di Guillain-Barré (GBS)
- 1 caso asintomatico
- 11 casi identificati attraverso screening donatori di sangue
Per quanto riguarda la distribuzione regionale, i casi umani sono stati notificati da:
- Lazio: 6 casi (di cui 2 neuro-invasivi e 1 decesso confermato)
- Veneto: 9 casi (di cui 1 febbrile confermato nella settimana attuale)
- Emilia-Romagna: 6 casi
- Piemonte: 3 casi
- Lombardia: 4 casi
- Sardegna: 2 casi
- Toscana, Friuli Venezia Giulia, Sicilia: 1 caso ciascuna
Il primo caso del 2025 era stato registrato il 21 giugno. I dati confermano che il virus è già ampiamente circolante in varie aree del Paese, richiedendo massima attenzione in particolare nelle zone dove è storicamente endemico, come Veneto, Emilia-Romagna e Lazio.
Prevenzione: strategie One Health
La linea di contenimento del West Nile punta a ridurre la popolazione di zanzare vettore (in particolare Culex pipiens) tramite:
- Disinfestazione urbana e domestica, con rimozione di ristagni d’acqua;
- Uso di zanzariere, repellente e abiti protettivi;
- Sorveglianza veterinaria, umana e ambientale in ottica One Health, con condivisione di dati ISS, Ministero e ECDC
Il bollettino settimanale ISS resta lo strumento chiave per seguire l’andamento della circolazione virale, con prossimi aggiornamenti attesi tra una settimana. A inizio stagione, da maggio a novembre, è attiva la sorveglianza intensificata europea