Vertenza SuperJet, presidio e assemblea davanti allo stabilimento Leonardo di Marghera
Il 31 luglio il Ministero dell’Economia e il Comitato di sicurezza finanziaria devono decidere se sbloccare un prestito di 6 milioni di euro, necessario a coprire stipendi e mantenere l’attività per altri 8 mesi dell’azienda aeronautica veneziana

Nel corso della mattinata di giovedì 17 luglio 2025, davanti ai cancelli della Leonardo di Tessera, i lavoratori e le lavoratrici della SuperJet International e i colleghi e le colleghe della Leonardo si sono dati appuntamento, insieme a Fim, Fiom e Uilm e a Cgil, Cisl e Uil di Venezia e alla dirigenza dell’azienda, in un presidio con assemblea per esprimere per l’ennesima volta la loro preoccupazione per il futuro dei 110 dipendenti.
Vertenza SuperJet, presidio e assemblea
In occasione di quest’assemblea era stata inviata una lettera con un invito a partecipare rivolta al sindaco Brugnaro, a tutti i sindaci e alle forze politiche della Città Metropolitana di Venezia, a Zaia, a tutte le forze politiche della Regione Veneto e a tutti i parlamentari Veneti.
Oltre ai tre segretari generale di Fim Fiom e Uilm che hanno ricordato tutta la vicenda della SuperJet e la gravità del momento, hanno preso parola l’assessore alla coesione sociale Simone Venturini per il Comune di Venezia, Andrea Martella, senatore del Partito Democratico, Deborah Onisto, consigliera comunale di Venezia di Forza Italia, Monica Sambo, consigliera comunale di Venezia del PD e Mirco Viotto di Confindustria Veneto Est. Inoltre, erano presenti altri esponenti di Confindustria, Emanuele Rosteghin, consigliere di Venezia e il consigliere regionale del PD Montanariello, protagonista, insieme alla collega Zottis, di un’interrogazione all’assessore regionale al Lavoro durante il consiglio regionale del 14 luglio, proprio sul futuro di SuperJet.

Andrea Martella, senatore del Partito Democratico

Monica Sambo, consigliera comunale di Venezia del PD

Deborah Onisto, consigliera comunale di Venezia di Forza Italia
Unanime la vicinanza e le promesse di impegno ad ogni livello per riuscire a smuovere la situazione che è sempre più grave e urgente: entro il 31 luglio, il Ministero dell’Economia (Mef) e il Comitato di sicurezza finanziaria devono decidere se sbloccare un prestito ponte di 6 milioni di euro, necessario a coprire stipendi e mantenere l’attività per circa altri 8 mesi dell’azienda aeronautica veneziana.
Questo prestito è fondamentale per la salvaguardia di SuperJet International, per tutelare tutti i lavoratori e le lavoratrici e per preservare e rilanciare una realtà industriale strategica per il settore aeronautico italiano.

Qui di seguito le parole delle segreterie di Fim, Fiom e Uilm di Venezia:
“Le posizioni attendiste e approssimative riguardo la vertenza Superjet del Ministero e del Comitato di Sicurezza Finanziaria sono incomprensibili e ingiustificate: questa è un’azienda sana, produttiva, lanciata verso il futuro e che potrebbe aumentare il numero di occupati e l’indotto afferente in poche mosse. In questo caso, più unico che raro, siamo tutti insieme dalla stessa parte: sindacati, Confindustria, dirigenza per chiedere di salvare SuperJet che langue per colpa della politica.
Il governo deve fare la sua parte, il Ministero deve decidere di salvare questa industria veneziana e quello che rappresenta nel territorio: la possibilità di sviluppo, di produzione, di una manifattura di valore, realizzata da uomini e donne che in anni hanno sviluppato competenze straordinarie e di alto livello.




Non possiamo arrenderci all’inerzia del Governo e non lo faremo. Le iniziative di lotta continueranno fino all’ultimo momento possibile perché quello che sta accadendo è indegno di un Paese, di una Repubblica che si dice 'fondata sul lavoro'.
Con questa iniziativa, per la quale ringraziamo chi vi ha preso parte e ha portato il proprio contributo in prima persona, vogliamo ricordare che la politica ha un ruolo, che comune, regione, ministero, governo hanno ognuno un pezzo di responsabilità e che devono rendersi conto di quello che stanno facendo e, soprattutto, che non possono tirarsi indietro di fronte a 110 famiglie che stanno rischiando di perdere tutto per mancanze non imputabili né a loro e, in questo caso, neppure all’azienda, ma solo a giochi di potere legati alle guerre in corso, che non tengono in considerazione chi dovrà pagare le conseguenze di tutto ciò. È ora che agiscano e che si permetta a SuperJet di ritornare a produrre come può e sa fare".