Lo sciopero contro la riorganizzazione delle Poste, smuove l'AD Matteo Del Fante
Cgil e Uil:"Intanto il problema è venuto alla luce e l'Amministratore Delegato ci ha convocato per il prossimo 26 giugno"

Alla prova di uno sciopero vero, dopo almeno 9 anni, i Sindacati si sono fatti trovare divisi, con ciò vanificando in parte le ragioni della mobilitazione indetta per protestare contro le Poste Italiane e la riorganizzazione aziendale che, pur in presenza di un utile crescente, starebbe invece tagliando uffici e personale nel settore del servizio postale di sportello, anche a causa dell'aumento dei servizi online.

Alla soddisfazione dei proponenti, Cgil e Uil, che riferiscono di una partecipazione importante, le altre sigle dicono il contrario e plaudono alla responsabilità dei lavoratori che non avrebbero incrociato le braccia.
L'adesione si è attestata intorno al 18% o si sarebbe fermata al 6,5%? Vallo a sapere.

Per quanto riguarda il veneziano, ad ogni buon conto, mentre a livello nazionale ognuno tira la coperta dalla sua, delle Poste sarebbero rimasti chiusi solo 20 uffici, con avanti a quello di via Torino a Mestre un presidio di due ore.
Più che per il timore dell'isitituto della precettazione che si sarebbe potuto invocare ad evitare l'interruzione di pubblico servizio, parrebbe che la scarsa adesione sia piuttosto da ricodurre al fatto che tra i proponenti non ci fosse la Cisl, comparto sindacale che alle Poste sarebbe la componente maggioritaria.
Proprio la Cisl, infatti, disconoscendo le ragioni della protesta, parlava di fiasco totale con una adesione non superiore al 6.5%: Silp Cisl, Confsal, Failp e Ugl Comunicazioni, hanno rilasciato, a mobilitazione in corso, un comunicato congiunto del seguente tenore:
"Ancora una volta si conferma che la propaganda non paga: i lavoratori di Poste scelgono la responsabilità, il servizio ai cittadini e la tutela del proprio lavoro, respingendo iniziative costruite più per visibilità sindacale che per reali interessi dei dipendenti".
Secondo Slc Cgil e di Uilposte che parlano di un 18%, però, quelli esposti dalle sigle avversarie altro non erano che numeri dati a caso ed a loro volta hanno commentato:
"I dati che arrivano sulla partecipazione parlano di migliaia di uffici postali chiusi e di un'adesione massiccia allo sciopero. In attesa dei dati definitivi, plaudiamo ad una giornata di partecipazione democratica che va ben oltre le aspettative. A bocce ferma e con i dati definitivi, faremo valutazioni più puntuali. Intanto possiamo dire che chi pensava di silenziare il dissenso è rimasto deluso".

Ma, di più, la mobilitazione avrebbe già avuto come effetto una convocazione per il 26 giugno 2025, da parte dell’Amministratore Delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante.