11enne stuprata a Mestre: aggressore preso per il marsupio lasciato sul posto coi documenti dentro
Sardo, residente in Piemonte, ora è in carcere a Venezia: già pluricondannato. La vittima s'era accorta che la seguiva e ha chiamato un'amica che ha sentito tutto

L'ennesimo episodio di violenza si è consumato a Mestre nella serata di giovedì 10 aprile 2025. Una bambina di 11 anni è stata vittima di uno stupratore seriale con una lunga e pesante lista di reati simili.
11enne stuprata a Mestre
L'aggressione è avvenuta intorno alle 18.30, nell'androne di casa della vittima, in una zona residenziale. La ragazzina sarebbe stata seguita dal suo aggressore, un 45enne di origini sarde, ma residente in provincia di Cuneo, dopo essere uscita dalla palestra.
Accortasi di essere seguita, la bambina ha chiamato un'amica mentre rientrava a casa. Ma questo non ha fermato l'aggressore che l'avrebbe pedinata fino alla sua abitazione per poi aggredirla e violentarla.
Sono state le urla della vittima ad allertare i passanti e l'amica, ancora in chiamata con lei, e a far intervenire i soccorsi.
Aggressore preso per il marsupio lasciato sul posto coi documenti dentro
Ma quanto i Carabinieri sono giunti sul posto, l'aggressore era già fuggito prendendo un treno diretto a Padova, dove ha comprato dei vestiti per poi fare ritorno a Mestre probabilmente per recuperare il marsupio con i documenti perso sul luogo della violenza, che hanno permesso ai militari dell'arma di identificarlo e di rintracciarlo.
Potrebbe averla seguita per giorni
Secondo gli inquirenti, il 45enne potrebbe aver premeditato tutto. L'ipotesi principale è che l'aggressore abbia seguito la vittima per giorni prima di aggredirla: la dinamica dell'inseguimento e il luogo dell'aggressione farebbero pensare a un atto premeditato e studiato.
Numerosi precedenti
Dopo l'arresto, il violentatore è stato portato nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia ed è detenuto in isolamento, in attesa della convalida del fermo.
Ad aggravare ulteriormente la vicenda è la lunga lista di precedenti e di condanne sul "curriculum" dell'aggressore. A soli 19 anni ha minacciato di morte di una ragazza facendole trovare la testa mozzata di un cane. Nel 2002 ha tentato di abusare di una turista in Trentino Alto Adige, ed è stato condannato a oltre 4 anni di carcere. Uscito di galera ha sequestrato e provato a stuprare una studentessa universitaria a Padova, ed è stato condannato a 8 anni di carcere. In seguito è stato condannato a Perugia per abusi su una 14enne.
Servono interventi concreti
Questo gravissimo episodio ha risollevato interrogativi gravi e urgenti sulla reale tutela dei minori e sulla necessità di interventi concreti per fermare le violenze. A tal proposito è intervenuto il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani:
"Questi eventi ci pongono davanti a interrogativi gravi e urgenti sulla tutela effettiva dell’infanzia, sulla sicurezza nei contesti urbani, sull’importanza della presenza educativa e del presidio sociale nei territori. Non si può accettare che una bambina, nel cuore di una città, percorrendo un breve tratto di strada dopo la scuola, subisca una violenza tanto barbara.
Il CNDDU ribadisce con forza che ogni minore ha diritto a vivere, crescere e muoversi in sicurezza, senza timori, senza ombre. La scuola, in quanto comunità educante, deve essere sostenuta nella sua missione di formazione umana e civile, e occorre rafforzare i legami tra istituzioni, enti locali, servizi sociali, famiglie e forze dell’ordine affinché episodi del genere non si ripetano.
Questa tragedia richiama tutti noi, docenti e cittadini, a una responsabilità collettiva: formare le giovani generazioni al rispetto della dignità altrui, alla cultura dei diritti umani, all’empatia e al coraggio civile, affinché la violenza non trovi più spazio in alcuna forma".
Rabbia e preoccupazione anche dal senatore Raffaele Speranzon (FdI):

"Com’è possibile che un predatore sessuale con una sequela tale di reati fosse indisturbato e a piede libero? Dov’è la giustizia? È giusto che simili mostri possano colpire ancora, devastando la vita dei nostri figli? No!", ha commentato su Facebook il senatore.
"È giusto, invece, impegnarsi per la sicurezza e una giustizia che protegga le vittime e tolga ogni possibilità agli stupratori di reiterare il loro reato orrendo. La bambina di Mestre, coetanea delle mie figlie, merita l’amore e la vicinanza di tutta la nostra comunità. Ma soprattutto merita uno Stato che le restituisca dignità attraverso una giustizia senza sconti, indulgenze o giustificazioni".
Per il consigliere regionale Fabiano Barbisan, invece, servirebbero interventi più drastici:
"Quanto accaduto a Mestre, dove una bambina di 11 è stata violentata da un individuo già noto alle forze dell’ordine per fatti analoghi, se da un lato ha sollevato tanta emozione nei confronti della giovanissima vittima dall’altro ha suscitato tanta rabbia e tanta indignazione anche perché gli episodi violenti di ogni genere ormai sono fin troppo frequenti. Le leggi ci sono ma devono essere applicate e far sì che vengano applicate, anche con interventi e strumenti appropriati come per quanto di terribile avvenuto a Mestre".
Anche il Presidente del Veneto Luca Zaia è intervenuto in merito alla tragica vicenda:

“Con le dinamiche del caso che sembrano ben delineate, di fronte a quanto avvenuto la sera di giovedì scorso a Mestre non può che esserci spazio per una grande indignazione oltre che per una profonda riflessione da cui tutta la società non si può esimere. Come è possibile, infatti, che un individuo con precedenti specifici da far rabbrividire possa proseguire a macchiarsi di uno dei peggiori crimini concepibili, pedinando, braccando e violentando una ragazzina.
Come può continuare a reiterare uno dei comportamenti criminali tra i più odiosi, agevolato dall’essere privo di qualsiasi strumento di controllo? Se fino ad oggi, dopo i gravi episodi che gli vengono attribuiti in passato, ha riacquistato la libertà di tornare a delinquere, questa nuova azione richiede uno stop definitivo; chi compie simili azioni criminali deve scontare una pena adeguatamente dura ed essere messo nelle condizioni di non reiterare reati così gravi”.
“Esprimo tutta la solidarietà possibile alla bambina e ai suoi familiari – prosegue il Governatore -. Aggiungo la mia vicinanza e anche un sentimento d’ammirazione per essere riuscita in una simile situazione ad avere la capacità di allertare un’amica. Un ringraziamento va anche ai Carabinieri che hanno tempestivamente catturato l’accusato, dimostrando come tutte le Forze dell’ordine siano un costante presidio di legalità e professionalità, anche fuori servizio.
Il Patriarca Moraglia: "Dolore profondo, la comunità sia presente e unita"
Parole di dolore e sgomento arrivano anche da Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia, in merito alla brutale violenza subita da una bambina di 11 anni a Mestre.
"Il mio pensiero – ha dichiarato – va subito alla piccola vittima ed è un misto di raccapriccio, impotenza e dolore. Una bambina di soli undici anni si è trovata di fronte alla persona sbagliata, incontrandola per caso, come potrebbe accadere a qualsiasi sua coetanea. Tornava a casa dopo una normale giornata, e si è vista strappare l’innocenza con un atto che segnerà per sempre la sua vita".
"È impossibile immaginare cosa rimarrà nell’anima e nella psiche di una bambina... Esperienze come questa difficilmente si superano da sole. Servirà il sostegno di tutti".
Da qui, l’appello alla comunità:
"Non possiamo permettere che la vittima e la sua famiglia vengano lasciate sole. Non si tratta solo di rimuovere una ferita, ma di prendersi cura, giorno dopo giorno, di un cammino che aiuti a ricostruire la fiducia: in sé stessi, negli altri, nella comunità".