La manifestazione

Protesta Fillea Cgil Veneto a Roma per il nuovo piano di Versalis (Eni) che mette a rischio 500 posti a Marghera

La mobilitazione, iniziata alle 14 di lunedì 10 marzo, è proseguita fino a sera, con la partecipazione di numerosi rappresentanti dello stabilimento veneto

Protesta Fillea Cgil Veneto a Roma per il nuovo piano di Versalis (Eni) che mette a rischio 500 posti a Marghera
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Si è svolto lunedì 10 marzo 2025 a Roma l'incontro tra Eni Versalis, sindacati e istituzioni per discutere il futuro del settore chimico italiano e il nuovo piano industriale dell'azienda.

Roma protesta Fillea Cgil Veneto per nuovo piano di Versalis (Eni)

Nel frattempo, davanti al Ministero del Made in Italy, i lavoratori della Filctem CGIL hanno organizzato un presidio in attesa di aggiornamenti. La mobilitazione, iniziata alle 14, è proseguita fino a sera, con la partecipazione di numerosi rappresentanti dei 500 lavoratori di Porto Marghera, preoccupati per il destino dello stabilimento.

Aprendo il tavolo di confronto, il ministro Adolfo Urso ha ribadito l'importanza dell'industria chimica per l'economia italiana, definendola un settore strategico. Ha inoltre annunciato che l'Italia, insieme alla Polonia e ad altri paesi europei, sta portando avanti a Bruxelles la richiesta di una revisione delle normative UE per rendere più sostenibili le industrie ad alto consumo energetico, tra cui chimica, siderurgia, vetro e carta.

Il presidio a Roma

A rischio 500 posti a Marghera

Secondo la CGIL, la decisione di chiudere gli impianti di cracking metterebbe a rischio l'intero comparto petrolchimico italiano. Da anni si parla di una transizione verso la chimica verde, ma resta da capire se il governo intenda davvero investire in questa direzione o se il settore subirà un ridimensionamento. Le prossime ore saranno decisive per chiarire le intenzioni delle istituzioni e di Eni Versalis riguardo al futuro di Porto Marghera e degli altri stabilimenti del gruppo.

"A nostro avviso il documento presentato oggi ha elementi generici che non forniscono le indispensabili garanzie occupazionali sia per i dipendenti diretti che per gli indiretti. Positivo che il Ministero abbia accettato la nostra richiesta di un tavolo per l’indotto”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo al termine dell'incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

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