Dopo le croci celtiche, due persone incappucciate hanno provato a irrompere nella sede UDU di Venezia
Angelica Morresi, coordinatrice dell’Unione degli Universitari di Venezia: "Questo è un chiaro atto di violenza politica: ennesimo episodio in cui l’estrema destra ci impedisce di sentirci al sicuro all’interno dei nostri spazi"

Nuovo attacco, nel giro di sole 24 ore, alla sede dell'Unione degli Universitari e della Rete degli Studenti Medi di Venezia/Mestre. Dopo le due croci celtiche disegnate con bombolette nere su porta e vetrata dell'edificio in Campo Saffa, nella tarda serata di mercoledì 5 marzo 2025, due persone incappucciate hanno tentato di irrompere nella sede dell'associazione studentesca, lasciando poi un grande telo rialzato davanti all'ingresso, facendo intendere di camuffare un oggetto pericoloso.
Un altro attacco alla sede UDU di Venezia
A denunciare con forza l'accaduto è Angelica Morresi, coordinatrice dell’Unione degli Universitari di Venezia, che parla di un chiaro atto intimidatorio a seguito della denuncia pubblica di quanto accaduto nella giornata precedente, in cui la sede era stata imbrattata con croci celtiche.
“Questo è un chiaro atto di violenza politica, che vediamo sempre più in aumento, che ha conseguenze dirette sulla vita delle persone e sul nostro spazio di agibilità democratica - ha dichiarato Angelica Morresi -. Un ennesimo episodio in cui l’estrema destra ci impedisce di sentirci al sicuro all’interno dei nostri spazi, siano questi le sedi associative, le nostre scuole o le nostre università. In questo clima politico, persone come quelle che hanno provato a intimidirci ieri si sentono legittimate da un Governo che si rifiuta di condannare ogni tipo di violenza perpetrata dalla destra. L’abbiamo visto con le aggressioni di militanti delle giovanili di partito, come con l’inchiesta di Fanpage dello scorso giugno: le giovanili neofasciste del governo tentano di radicarsi tra gli studenti, normalizzando una cultura della violenza e della sopraffazione.

Noi crediamo in un modello di istruzione opposto: un luogo di pensiero critico, di crescita collettiva, di costruzione di un futuro più libero. Le istituzioni, che dovrebbero garantire i diritti e la rappresentanza di tutti, vengono piegate a una logica escludente e repressiva. Il rischio più grande è l'assuefazione: la normalizzazione di questi atteggiamenti e di questi atti ci rende più vulnerabili e meno pronti a reagire. A tutto questo dobbiamo rispondere con determinazione e unità, riaffermando il valore della partecipazione e della lotta collettiva”.
Alle sue parole, fanno seguito anche quelle di Anna Castelli della Rete degli Studenti Medi di Venezia-Mestre:
“Ci ritroviamo ancora in una situazione in cui dobbiamo ribadire l’importanza dell’antifascismo: essere antifascisti oggi significa agire, discutere, organizzarsi. Significa creare spazi di aggregazione e confronto, in cui costruire un'alternativa concreta alle destre reazionarie. Vuol dire riportare la politica nei luoghi di vita e di formazione, nelle strade e nelle città, nelle scuole e nelle università, per rendere l'antifascismo una pratica collettiva e quotidiana.
La storia ci insegna che la libertà non è mai garantita una volta per tutte, ma va difesa, coltivata e fatta crescere, giorno dopo giorno. Vuol dire anche non aver paura di rispondere pubblicamente e con forza ad atti come quelli di ieri, mettendoci la faccia e il nome, e non incappucciandoci. Come abbiamo detto ieri, lo ripetiamo anche oggi: non ci faremo intimidire da atti come questo, continueremo a portare avanti una rappresentanza vera e antifascista all’interno delle nostre università e nelle nostre scuole".
Per questo motivo, nella giornata di sabato 8 marzo 2025, proprio in Campo Saffa, davanti alla sede dove sono avvenuti i due attacchi, si terrà una manifestazione di piazza.
"Non ci faremo spaventare, non ci faremo intimidire. Rispondiamo a questo attacco come abbiamo sempre fatto: con la partecipazione, con la lotta collettiva, con la consapevolezza che l’antifascismo è l’unica strada giusta. L’antifascismo è un impegno quotidiano. Oggi più che mai, è fondamentale ribadirlo: Venezia è e sarà sempre una città antifascista".