Operazione antidroga, Musile di Piave punto chiave per il traffico di stupefacenti di un'organizzazione italo-albanese
Scoperto un magazzino nel Veneziano che fungeva da snodo centrale per un vasto spaccio internazionale di droga
Un'importante operazione delle Forze dell’Ordine ha portato allo smantellamento di un’organizzazione criminale italo-albanese dedita al traffico internazionale di stupefacenti, con un valore complessivo stimato in 8 milioni di euro. L’operazione, avviata all’alba di mercoledì 15 gennaio 2025 e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bologna, ha visto coinvolti oltre 100 agenti tra Guardia di Finanza e Polizia di Stato.
Sono state eseguite 15 misure cautelari (12 in carcere e 3 agli arresti domiciliari), accompagnate da perquisizioni e sequestri nei confronti di 16 soggetti.
Veneto come punto chiave per lo spaccio e il traffico di stupefacenti
L'operazione ha coinvolto anche il Veneto. E' stato infatti scoperto a Musile di Piave un magazzino che fungeva da snodo centrale per un vasto spaccio internazionale di stupefacenti, gestito da un 40enne di origine albanese. Da qui, la droga veniva smistata verso le piazze di spaccio del Nordest e soddisfaceva anche le richieste delle ‘ndrine calabresi, in particolare del clan Grande Aracri.
L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza di Reggio Emilia e dalla Polizia di Stato sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, ha portato a 15 misure di custodia cautelare (12 in carcere e 3 ai domiciliari), 26 indagati e 16 perquisizioni.
L’attività criminale
Dal 2020, il gruppo ha importato stupefacenti da Albania, Kosovo, Ecuador, Colombia e Paesi Bassi, distribuendoli in tutta Italia, con una base operativa nella provincia di Reggio Emilia. Complessivamente, sono stati movimentati 23 kg di cocaina, 6 kg di eroina, 80 kg di hashish e 240 kg di marijuana. La rete, gestita con modalità manageriali, aveva ramificazioni operative in Emilia-Romagna, Calabria, Lazio e Veneto.
Durante le indagini sono stati arrestati 5 membri in flagranza di reato, di cui 4 già destinatari della nuova ordinanza cautelare. Inoltre, è stato scoperto un traffico di banconote false provenienti dalla Spagna per un valore di 75.000 euro.
Il Veneto e il modello “aziendale” della criminalità
L’organizzazione operava con modalità assimilabili a quelle di un’impresa, caratterizzata da una struttura gerarchica, adattabilità e pianificazione strategica.
In Veneto, questa rete riusciva a radicarsi nel mercato dello spaccio locale, sfruttando collegamenti con fornitori europei e sudamericani per garantire un flusso costante di droga.
Le indagini
L’indagine ha fatto leva su strumenti investigativi avanzati, tra cui intercettazioni telefoniche, ambientali e acquisizione di messaggi scambiati su dispositivi criptati tramite l’applicazione Sky-ECC.
Le informazioni, fornite grazie alla collaborazione con autorità francesi, olandesi e belghe, hanno permesso di ricostruire l’intera rete criminale, rivelandone la portata internazionale.
L’operazione testimonia il costante impegno delle Forze dell’Ordine nel contrasto alla criminalità organizzata e nel presidio dell’economia legale. Oltre al traffico di stupefacenti, sono emerse attività illecite nel settore edile, con l’emissione di fatture false per oltre 5 milioni di euro.
La presunzione di innocenza è garantita per tutti gli indagati, in attesa di una sentenza definitiva. Tuttavia, l’azione dimostra come il contrasto al crimine passi anche attraverso l’aggressione ai patrimoni illeciti, strumento fondamentale per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico.