Non può più avere figli dopo un intervento sbagliato, Ulss 3 risarcirà 200mila euro a una 28enne
Lo ha stabilito il Tribunale di Venezia: nel 2017, durante un'operazione di conizzazione del collo dell'utero, è stato rimosso troppo materiale alla paziente, rendendola incapace di procreare
L'Ulss 3 ha deciso di non impugnare la sentenza, rendendola così definitiva, e ora dovrà risarcire quasi 200mila euro a una sua paziente. Il motivo? La giovane donna, a seguito di un'intervento chirurgico di conizzazione dell'utero nel 2017 in cui è stato asportato troppo materiale, ha perso la capacità di avere figli. In tal senso è voluta andare per vie legali, col Tribunale di Venezia che alla fine le ha dato ragione.
Ulss 3 deve risarcire 200mila euro a una sua paziente
Ad accogliere le richieste degli avvocati Massimo Dragone e Marta Guarda è stata la giudice Silvia Barison del Tribunale Civile di Venezia. Alla parte lesa dovrà essere riconosciuta da parte di Ulss 3 (assistita dal difensore Alberto Donati) una somma di 125mila euro che, insieme a interessi, rivalutazione economica e spese legali, raggiungerà quasi i 200mila euro.
Resa sterile dopo un intervento sbagliato
La causa civile, come ricostruito da Il Gazzettino, era stata avanzata contro la struttura sanitaria dopo l'estate del 2017, periodo in cui la paziente ha subito danni permanenti fisici e psicologici a seguito di un intervento di conizzazione del collo dell'utero. L'operazione si era resa necessaria dopo che un pap-test le aveva rilevato la presenza di lesioni precancerose.
L'intervento di conizzazione è stato eseguito all'ospedale di Venezia, tuttavia ciò che avrebbe dovuto risolvere la situazione, alla fine ha aggravato il problema. Alla paziente, infatti, sono cominciati dolori, emorragie e cicli mestruali irregolari. Oltre a ciò, le è stata rilevata una stenosi del canale cervicale, circostanza che compromette la fertilità perché rende difficoltosi i rapporti sessuali.
La sentenza
La perizia del medico legale, in via preliminare, ha evidenziato che durante l'operazione era stata rimossa eccessiva quantità del canale cervicale.
Il Tribunale, conclude Il Gazzettino, ha quindi riconosciuto la relazione tra operato colposo del chirurgo-ginecologo e il danno lamentato dalla vittima. Alla paziente, oltre al danno biologico, è stato risarcito il "danno alla capacità riproduttiva" (che costituisce una qualità inscindibile e insopprimibile della persona in età fertile). Proprio nella sentenza, è stato sottolineato che tale capacità "non può considerarsi un optional".