Avvisi di garanzia per la tragedia del Natisone: sotto la lente l'elicottero partito da Venezia a 100 km di distanza
Sotto esame le telefonate con la richiesta d'aiuto e i tempi di reazione di un infermiere e tre pompieri
La Procura della Repubblica di Udine ha inviato avvisi di garanzia a tre vigili del fuoco della sala operativa e a un infermiere del Numero unico di emergenza 112: sono indagati per la tragedia del Natisone in cui morirono Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar.
Ragazzi morti nel Natisone, indagati soccorritori e Vigili del fuoco
I tre ragazzi morirono travolti dal fiume il 31 maggio 2024. Come racconta Il13, televisione del gruppo Netweek, le indagini si sono concentrate su coloro che hanno gestito il protocollo di emergenza e non sul personale che è materialmente intervenuto sul posto.
Le indagini della Procura di Udine ipotizzano il reato di omicidio colposo. I primi interrogatori delle persone che hanno ricevuto l'invito a comparire sono fissati per mercoledì 4 dicembre 2024.
Nessuno dei vigili del fuoco che, eroicamente, hanno cercato di salvare i ragazzi, è coinvolto nell'inchiesta.
Le indagini
Gli investigatori in questi sei mesi hanno analizzato nel dettaglio i tabulati e le registrazioni delle telefonate effettuate da Patrizia Cormos, che a più riprese chiamò il 112 per ricevere soccorsi, dopo essere rimasta bloccata, con i due amici, dall'improvvisa piena del torrente. Analizzate anche le comunicazioni tra la sala operativa Sores Fvg - a cui appartiene l'indagato del comparto sanitario - e quella dei vigili del fuoco.
Le chiamate sotto inchiesta
Da quanto si è appreso, l'aspetto da chiarire è proprio quello delle chiamate tra l'infermiere e i pompieri. Secondo la procedura consolidata, l'operatore del 112 - che appartiene a una struttura di Protezione civile - acquisisce la telefonata e la smista al collega della centrale operativa sanitaria Sores Fvg e ai comandi dei vigili del fuoco che possono essere interessati dall' intervento.
La Procura sta analizzando le procedure che hanno riguardato le fasi successive alle telefonate, il cui indirizzamento è stato dunque considerato corretto da parte del primo operatore del Numero Unico di Emergenza 112.
L'invio degli avvisi di garanzia ha scosso tutto il personale della centrale operativa Sores Fvg e non solo l'infermiere materialmente coinvolto nell'indagine. Dalla struttura sanitaria si pone l'accento sul fatto che l'accertamento di eventuali responsabilità su un addetto che è impossibilitato ad accertare, da remoto, le effettive condizioni di emergenza del richiedente, farebbe nascere un pericoloso precedente, se non si configurasse un'effettiva omissione.
La questione degli elicotteri
Già nei giorni successivi alla tragedia, grande attenzione era stata data all'intervento degli elicotteri. Dopo l’allarme lanciato da Patrizia, ma non è chiaro dopo quale telefonata (la prima è stata alle 13.29, l’ultima alle 13.47), era stato allertato un elicottero, ma quello dei Vigili del fuoco con base a Venezia, lontanissimo da Premiaracco e dall’isolotto di ghiaia su cui i ragazzi sono intrappolati.
Il velivolo decolla da Venezia alle 14.03 e arriva sul fiume alle 14.28. A quel punto era tutto finito. L’altro elicottero, quello molto più vicino al luogo della tragedia, era decollato invece da Campoformido alle 14.07 ed è arrivato al Natisone alle 14.14. Anch’esso troppo tardi per salvare i ragazzi, che sono stati trascinati via dall’acqua pochi minuti dopo le 14.