Attivi ma non a norma

"Autovelox non omologati": denunciato il sindaco di San Donà di Piave

Già lo scorso 7 settembre 2024, l'Associazione ALTVELOX aveva inviato una formale diffida al sindaco Alberto Teso, al prefetto di Venezia e alle forze dell'ordine

"Autovelox non omologati": denunciato il sindaco di San Donà di Piave
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Dopo le due denunce nel Trevigiano, i quattro sindaci denunciati nel Padovano e uno in Polesine, l'associazione Altvelox ha denunciato ieri, lunedì 21 ottobre 2024, il sindaco di San Donà di Piave per l'utilizzo di autovelox non omologati (in copertina immagine di repertorio).

"Autovelox non omologati": denunciato il sindaco di San Donà di Piave

Continua la battaglia dell'Associazione ALTVELOX contro diverse amministrazioni comunali e provinciali che utilizzano rilevatori elettronici di velocità privi delle omologazioni richieste dalla legge. Come spiegato dalla sentenza della Corte di Cassazione, un autovelox per essere legale deve avere sia l'autorizzazione del Ministero dei Trasporti sia l'omologazione.

Per capire se un autovelox è omologato è necessario fare un accesso agli atti e verificare la presenza del certificato. In caso contrario il ricorso diventa più che ammissibile.

Secondo l'associazione Altvelox, il Comune di San Donà di Piave utilizzerebbe rilevatori non omologati. A seguito di ciò, lo scorso 7 settembre 2024, l'Associazione aveva inviato una formale diffida al sindaco Alberto Teso, al prefetto di Venezia e alle forze dell'ordine, chiedendo la sospensione immediata delle attività sanzionatorie basate su questi apparecchi illegali. Tuttavia, il sindaco ha risposto pubblicamente con dichiarazioni offensive nei confronti dell'associazione, sostenendo che essa sarebbe solo alla ricerca di visibilità.

Alberto Teso, Sindaco di San Donà di Piave

In risposta, l'Associazione ALTVELOX ha presentato una denuncia-querela per diffamazione e minacce aggravate nei confronti del sindaco. Inoltre, sono state formalizzate altre due denunce-querela, rivolte alla Procura Generale e alla Procura della Repubblica di Venezia, chiedendo di indagare sui presunti reati commessi da vari soggetti coinvolti, tra cui il sindaco, l'assessore comunale, dirigenti della polizia locale, funzionari della Città Metropolitana di Venezia, il prefetto e la società fornitrice degli apparecchi (Velocar Srl).

L'associazione ha evidenziato come il Comune di San Donà di Piave non abbia mai dimostrato la conformità dei rilevatori in uso al prototipo depositato presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Per questo motivo, si è richiesto alle autorità competenti di valutare anche il sequestro dei dispositivi per verificare la gestione del software e dell'hardware, compresa la memoria installata.

 

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