Un fenomeno preoccupante

Sette aggressioni al giorno nei Pronto soccorso in Veneto: l'ultima a Mestre, anziano "bastona" dottoressa

Duro il Governatore Zaia, denunciato con fermezza l'episodio, immortalato anche in un video (poi rimosso) diventato virale in Rete

Sette aggressioni al giorno nei Pronto soccorso in Veneto: l'ultima a Mestre, anziano "bastona" dottoressa
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Ancora aggressioni contro il personale sanitario in Veneto. L'ultimo grave episodio è avvenuto martedì 15 ottobre 2024, all'Ospedale di Mestre, dove una dottoressa del Pronto Soccorso è stata aggredita da un paziente. L'episodio è stato condannato duramente dall'Ulss 3 e dal Governatore del Veneto Luca Zaia, che ha riportato i dati preoccupanti degli ultimi mesi (in copertina: immagine di repertorio).

Anziano aggredisce una dottoressa al Pronto Soccorso di Mestre

Un episodio di violenza è avvenuto all'Ospedale dell'Angelo di Mestre, riaccendendo il dibattito sulla sicurezza del personale sanitario.

Un anziano, esasperato dalla lunga attesa, ha colpito una dottoressa con il suo bastone da passeggio. L'incidente è stato ripreso in un video, poi diffuso sui social, che ha scatenato numerose polemiche, anche a causa di alcune frasi attribuite alla dottoressa stessa.

Il video, condiviso da una donna presente al Pronto Soccorso con il padre, mostra l'anziano e suo figlio mentre aggrediscono verbalmente e fisicamente la dottoressa.

La denuncia dell'Ulss 3: "Accuse infondate"

L'azienda sanitaria Ulss 3 ha stigmatizzato e denunciato con fermezza l'episodio avvenuto nel Pronto Soccorso di Mestre, documentato in modo distorto da un video diffuso sui social.

Secondo l'azienda, quanto dichiarato nel video non corrisponde alla realtà dei fatti. Sia il paziente che si lamentava per i tempi d'attesa, sia quello che ha aggredito la dottoressa, erano stati assistiti nei tempi previsti e con un'assistenza di alta qualità. L'aggressore, in particolare, era già stato visitato e curato. Se necessario, l'azienda si dichiara pronta a fornire ulteriore documentazione sull'assistenza ricevuta, nel rispetto della normativa sulla privacy.

Contrariamente a quanto affermato nel video, l'organico del Pronto Soccorso era adeguato alle necessità e conforme ai protocolli operativi. L'Ulss 3 ha sottolineato che nessuna circostanza può giustificare l'aggressione verbale subita dagli operatori durante lo svolgimento delle loro attività di emergenza, né la diffusione di informazioni false.

L'azienda ha inoltre fornito supporto psicologico alla dottoressa aggredita e ha annunciato l'intenzione di tutelare la dignità del proprio personale medico, infermieristico e socio-sanitario in tutte le sedi opportune. Ulss 3 ha ribadito la sua ferma condanna verso ogni forma di violenza o denigrazione nei confronti dei professionisti che ogni giorno si impegnano a garantire soccorso e cure a migliaia di cittadini.

Zaia: "Un fenomeno che dobbiamo combattere"

 “Con grande preoccupazione e indignazione, porto all’attenzione pubblica l’allarmante aumento delle aggressioni subite dagli operatori sanitari e socio-sanitari negli ospedali del Veneto" ha affermato il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in seguito agli ultimi gravi episodi.

"Le ultime due in pochi giorno ad Agordo e Mestre. I dati raccolti dal Centro Regionale per la Sicurezza delle Cure rivelano che nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 30 settembre 2024 si sono già registrate 1.864 aggressioni segnalate. Se il trend attuale sarà confermato, potremmo superare le 2.500 segnalazioni entro la fine dell’anno. Questo rappresenta un incremento significativo rispetto agli anni precedenti e conferma una tendenza di crescita continua e preoccupante del fenomeno, che non può essere sottovalutata. Gli strumenti di prevenzione e repressione non servono più. Serve una legge specifica a tutela di medici e infermieri”.

Luca Zaia

“I numeri – segnala Zaia - non lasciano spazio a dubbi: tra le persone aggredite, il 67% è costituito da donne, una percentuale in linea con quella osservata negli anni precedenti, a testimonianza del fatto che il personale sanitario femminile è particolarmente esposto a episodi di violenza. Tra le vittime, nel 2024, si contano già 1.244 donne e 620 uomini, una situazione estremamente critica in cui la sicurezza sul lavoro è costantemente minacciata. Non può essere, non deve più essere”.

1.864 aggressioni da inizio anno

Le aggressioni si concentrano soprattutto nella fascia d'età tra i 30 ei 59 anni, il gruppo maggiormente colpito sia per numero di episodi che per gravità. Tra gennaio e settembre 2024, le aggressioni a persone di età compresa tra i 30 ei 39 anni sono state 545, mentre nella fascia 40-49 anni si sono registrati 552 casi. Questi numeri riflettono il carico lavorativo pesante che grava sugli operatori in piena carriera.

L'incremento rispetto agli anni precedenti è evidente: nel 2020 le aggressioni registrate erano state 220, salite a 663 nel 2021 ea 883 nel 2022. Il 2023 ha segnato un picco con 2.229 aggressioni, un dato che dimostra come la pandemia abbia contribuito ad acuire tensioni già esistenti, che ora esplodono con crescente violenza. Il personale sanitario, dopo aver svolto un ruolo cruciale durante l'emergenza COVID-19, si trova ora a pagare un prezzo altissimo.

“Le aggressioni – analizza Zaia - non si limitano purtroppo a casi isolati o situazioni di tensione estrema, ma riguardano una vasta gamma di atti di violenza fisica e verbale che avvengono sia nei Pronto Soccorso, dove il rischio è più elevato, sia nei reparti ordinari e nelle strutture socio-sanitarie. Gli episodi di aggressione verbale, che spesso precedono quelli fisici, sono purtroppo frequenti e sfuggono talvolta alla denuncia formale, ma rappresentano una ferita profonda nel rapporto di fiducia tra cittadini e sistema sanitario”.

Zaia ha anche sottolineato che tra gli aggressori vi è un'alta percentuale di pazienti con disturbi psichiatrici, dipendenze, o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o alcol. Tuttavia, non mancano casi in cui le aggressioni sono compiute da persone comuni, sopraffatte da disagio e ansia, che sfogano la loro rabbia su medici, infermieri e personale di supporto.

“Come Regione, non possiamo e non vogliamo rimanere inermi di fronte a questa escalation di violenza", annuncia Zaia. "Già nel 2023 abbiamo attuato un primo piano straordinario per la sicurezza del personale sanitario, che ha visto il potenziamento delle misure di controllo e la formazione specifica degli operatori per la gestione delle situazioni a rischio. Abbiamo inoltre rafforzato la collaborazione con le forze dell’ordine e implementato la presenza di vigilanza attiva nei Pronto Soccorso e nelle aree considerate più esposte. Tuttavia, quanto fatto finora non basta”.

Chi aggredisce un sanitario non sta soltanto commettendo un crimine, sta minando uno dei pilastri fondamentali del nostro sistema di cura e assistenza. Il Veneto – conclude il Governatore - non tollererà ulteriori violenze contro chi ogni giorno si impegna per garantire la salute e il benessere della collettività. Ai nostri sanitari va il mio più profondo ringraziamento per la dedizione e il coraggio dimostrato, e il mio impegno personale affinché siano sempre messi nelle condizioni di operare in sicurezza. Lavoriamo assieme ora ad una modifica della normativa. Il Parlamento intervenga iniziando un percorso legislativo che riconosca la gravità e la peculiarità delle aggressioni al personale che lavora nei nostri ospedali”

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