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a Chioggia
Operai spaccano un tratto dei Murazzi di Sottomarina, il consigliere regionale del Pd Montanariello: "Scempio inaudito"
Il fatto nel pomeriggio di domenica 22 settembre 2024. I Carabinieri del nucleo tutela hanno apposto i sigilli al cantiere
Nella mattinata di lunedì 23 settembre 2024, durante dei lavori pubblici, i Murazzi di Sottomarina di Chioggia hanno subito un grave danno. A denunciare l'accaduto, il consigliere regionale del Pd Jonatan Montanariello.
Operai spaccano un tratto dei Murazzi di Sottomarina
Stava realizzando la posa di alcuni cavi elettrici quando una squadra di operai ha iniziato a spaccare un tratto dei Murazzi storici in via Sottomarina, nel Veneziano.
Si tratta di muraglioni in pietra d’Istria costruiti dalla fine del 1700 dalla Repubblica di Venezia per difendere i centri abitati della laguna dall’erosione del mare. Sono divisi in tre parti, una, sull’isola del Lido, una seconda sull’isola di Pellestrina fino a Cà Roman, una terza, nel litorale di Sottomarina, inizia dal Forte San Felice fino al centro di Sottomarina per circa 1200 metri.
Un patrimonio secolare intoccabile che purtroppo è stato sfregiato. Grazie alla prontezza di alcuni cittadini, sono stati immediatamente informati la Sovrintendenza e i Carabinieri del nucleo tutela, che hanno apposti i sigilli al cantiere.
"Urge far luce sulle responsabilità"
A riportare quanto accaduto ieri in via Sottomarina è il consigliere regionale del Pd, Jonatan Montanariello.
"È ora urgente approfondire cosa sia stato autorizzato dal Comune, anche se pare chiara la ovvia clausola che imponeva il divieto di intervenire sugli elementi lapidei dei Murazzi. Il dato però sconcertante è che la Sovrintendenza non sapeva nulla di questo cantiere, malgrado ogni intervento che coinvolge beni culturali debba essere autorizzato dalla Sovrintendenza.
Si configura quindi la violazione dell'art. 21 del Codice dei Beni Culturali. Ora qualcuno deve pagare per questo sfregio, ennesima dimostrazione di una città dove ognuno fa quello che vuole, questa volta però a farne le spese sono le nostre opere e la nostra cultura secolare”.
