A Venezia

Inchiesta "Palude": Renato Boraso ascoltato dai magistrati

L'ex assessore alla Mobilità è stato interrogato oggi, 19 agosto 2024

Inchiesta "Palude": Renato Boraso ascoltato dai magistrati
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L'ex assessore alla Mobilità, Renato Boraso, ha reso oggi, 19 agosto 2024, la sua testimonianza ai magistrati, chiedendo al contempo la revoca della custodia cautelare.

Inchiesta "Palude": Renato Boraso ascoltato dai magistrati

Dal carcere di Padova agli uffici della Procura di Venezia: Boraso ha richiesto e ottenuto di essere interrogato dai PM Baccaglini e Terzo.

Sono trascorsi 34 giorni dal suo arresto e 19 da quando il Tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di concessione degli arresti domiciliari. Per Boraso, oggi rappresenta un momento cruciale, dato che l'inchiesta "Palude" ha scosso profondamente il vertice del Comune di Venezia.

Durante l'interrogatorio, Renato Boraso ha espresso la volontà di chiarire la sua posizione, chiedendo di essere ascoltato dai procuratori Roberto Terzo e Federica Baccaglini. Attraverso il suo avvocato, Umberto Pauro, ha dichiarato l'intenzione di rispondere "punto per punto" alle accuse che gli sono state rivolte. Questo rappresenta un cambio di strategia rispetto al passato, quando Boraso aveva adottato un profilo più riservato. La sua decisione di difendersi apertamente potrebbe essere un tentativo di ristabilire la propria reputazione, contestando la validità delle accuse.

Le accuse

Il primo filone dell'inchiesta vede Boraso come protagonista principale, accusato di essere al centro di una rete di appalti e interessi nei settori di sua competenza. Le accuse comprendono numerosi episodi di corruzione, autoriciclaggio e un giro di fatture false e consulenze fittizie.

Il secondo filone riguarda una tangente di 70mila euro che Boraso avrebbe incassato quando era assessore al Patrimonio, per ridurre il valore di vendita di Palazzo Poerio Papadopoli, in un atto contrario ai doveri d'ufficio, secondo quanto sostiene la Procura. L'edificio è stato poi acquistato dal magnate Kwong, con l'operazione che, secondo gli inquirenti, sarebbe servita ad aprire le porte di Venezia all'uomo d'affari di Singapore. In questa parte dell'inchiesta sono indagati anche il sindaco Luigi Brugnaro e i suoi collaboratori più stretti, il capo e vice capo di gabinetto, Morris Ceron e Derek Donadini.

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