In Veneto non passa la legge sul fine vita, Zaia a Radio anch'io: "Non promuovo la morte"
Il voto non avrebbe approvato il suicidio assistito, già possibile con la sentenza Cappato, bensì le modalità di accedere a un diritto già riconosciuto. Sulla questione ha ribattuto il governatore della regione
Per un solo voto la legge che avrebbe regolamentato il fine vita in Veneto non è passata. Un duro colpo per il governatore leghista Luca Zaia, che si era esposto a favore.
Emerge, secondo i numeri, una maggioranza spaccata: con FdI e Fi saldamente contrari a una regolamentazione sul suicidio assistito, mentre il Carroccio si è diviso, facendo, di fatto, traballare il potere di Zaia.
Nessuna regolamentazione del fine vita in Veneto
Ieri, martedì 16 gennaio 2024, il consiglio regionale è stato chiamato a pronunciarsi sul progetto legislativo “Liberi Subito”, presentato dall’Associazione Luca Coscioni sul tema del fine vita. Impossibile ignorare anche il peso del governatore leghista Luca Zaia, che su una regolamentazione adeguata che accordasse il suicidio assistito si era esposto favorevolmente.
Il voto della norma richiedeva il sì della maggioranza assoluta. Erano in votazione in tutto 5 articoli. La discussione e il voto hanno visto la spaccatura del centrodestra, con Fdi e Fi contrari, il presidente Luca Zaia e parte della Lega favorevoli, come le opposizioni.
Sia il primo che il secondo articolo hanno in particolare ottenuto 25 voti favorevoli, 22 contrari e 3 astenuti. La maggioranza dei voti assoluta, fissata a quota 26, non è stata quindi raggiunta.
Chiarezza sulla proposta di legge
Il voto in Veneto non avrebbe approvato il suicidio assistito, già possibile con la sentenza Cappato che, pur non essendo una legge, dal 2019 ha permesso ai pazienti che presentano situazioni intollerabili, e previa verifica dei casi, di autosomministrarsi un farmaco letale e porre fine alle proprie sofferenze.
Il progetto di legge in aula aveva l’obiettivo di “definire i ruoli, i tempi e le procedure delineate della Corte costituzionale attraverso una sentenza immediatamente esecutiva, ferma restando l’esigenza di una legge nazionale che abbatta la discriminazione tra malati oggi in atto”, si legge nel testo.
Sarebbe stata prevista anche una riduzione dei tempi al fine di garantire alla persona “la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile rispetto all’alternativa del rifiuto delle cure con sedazione profonda continuativa”. Il termine complessivo 27 giorni: 20 dal ricevimento della richiesta della persona; 7 giorni per l’esecuzione della prestazione.
Indicativi sono i casi di Stefano Gheller e della friulana Anna (nome di fantasia) che è stata la prima paziente ad accedere al suicidio assistito mediante il Servizio sanitario nazionale.
Sulla questione si è espresso il presidente Luca Zaia
Il presidente della regione Veneto Luca Zaia ha voluto mettere i puntini sulle i, questa mattina, mercoledì 17 gennaio 2024, in merito al disegno di legge sul fine vita promossa dall'associazione Coscioni, non passato per un solo voto, ai microfoni di "Radio anch'io" condotto da Giorgio Zanchini sul primo canale radio della Rai.
Bisognerebbe fare un po' di chiarezza sulla disinformazione che è stata diffusa. Siamo davanti a una legge di iniziativa popolare che non ho presentato io alla mia Giunta, bensì l'Associazione Coscioni in tutte le regioni italiane. – ha sottolineato Zaia - Perché il Veneto l'ha trattata? Noi abbiamo uno statuto che è democratico e prevede che le leggi di iniziativa popolare siano trattate entro sei mesi dalla loro presentazione. È passata una prima informazione secondo me errata: questo non autorizza il suicidio assistito, ma introduce degli elementi rispetto a quello che già accade in Italia.
Ricordiamo che nel 2017 questo Paese ha approvato quello che noi chiamiamo “Testamento biologico”, la DAT: qualsiasi cittadino può andare allo stato civile del proprio comune - spiega il governatore - e attestare che, qual ora non dovesse essere più autonomo nel decidere sulla propria salute, invece di scegliere per il sostegno vitale con dei macchinari potrà decidere di non far proseguire le cure.
Non credo sia reato dire che rispetto alle proprie cure si debba essere liberi di decidere: ritengo sia legittimo e anche rispettoso accettarlo. Non voglio promuovere la morte, ma una legge garantista. - conclude il presidente del Veneto.