Tassa d'imbarco a Venezia, Ryanair "molla" l'aeroporto Marco Polo. Nuovo scontro tra Brugnaro e Marchi
Dal prossimo inverno la compagnia cancellerà 6 rotte allo scalo di Tessera. Ma il sindaco fa spallucce: "Avvicendamenti fisiologici"
La decisione della compagnia aerea provoca reazioni forti.
Tassa d'imbarco a Venezia, Ryanair "molla" l'aeroporto Marco Polo. Nuovo scontro tra Brugnaro e Marchi
E' ancora polemica infuocata su Ryanair a Venezia. La compagnia aerea ha infatti annunciato che, dal prossimo inverno, cancellerà 6 rotte e ridurrà i voli su ulteriori 6 rotte dall’aeroporto Marco Polo, oltre rimuovere un aeromobile basato nello scalo. Il motivo è ben noto: la decisione del Comune di imporre un aumento delle tasse previste su ogni persona in partenza a partire dal 30 maggio 2023.
Un incremento stimato intorno al 38% che ha spinto Jason McGuinness, Chief Commercial Officer di Ryanair, a chiedere al Comune di Venezia di “fermare con urgenza questo eccessivo aumento delle tasse per evitare ulteriori tagli di capacità che avranno un impatto negativo non solo sull’aeroporto ma anche sulla città". Una scelta, quella dell'Amministrazione Brugnaro, definita "illogica e ingiustificata".
Apriti cielo, verrebbe da dire. Lo stesso sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha commentato la notizia così: "Sono avvicendamenti che succedono, uno chiude un altro apre". E ancora: "Abbiamo un aeroporto contingentato, so però di tante compagnie che vogliono venire a Venezia, ad esempio gli asiatici".
Parole che hanno mandato su tutte le furie il presidente del Gruppo SAVE, Enrico Marchi, che ha replicato a Brugnaro con toni durissimi:
"Non capisco come il Sindaco di una città importante come Venezia possa dire così tante sciocchezze in così poche righe”.
La compagnia leader mondiale tra i vettori low cost, come detto, ha annunciato la propria volontà di ridurre i propri aeromobili in servizio al terzo aeroporto intercontinentale italiano: una scelta determinata dall’introduzione della tassa di imbarco adottata dal Comune di Venezia.
"Brugnaro dimostra di non sapere di cosa parla, in ciascuna delle tesi che sostiene" - riprende Marchi – "Non è vero che il Marco Polo è un aeroporto contingentato e non c'è nessuna compagnia che voglia venire a Venezia e che non possa farlo per mancanza di slot; se per caso ne conosce qualcuna ce lo faccia sapere...!".
"Gli slot lasciati da Ryanair non saranno rimpiazzati da compagnie asiatiche come sostiene il Sindaco, poiché sono ambiti di mercato del tutto incomparabili. Facciamo presente a Brugnaro che rispetto ai collegamenti con l’Europa, l’Asia è un mercato in crisi e complessivamente sta perdendo il 65% del traffico rispetto al pre-covid (con la Russia a - 81% e l’Australia a -52%)".
"Il traffico domestico/europeo è l’unico segmento che è tornato ai livelli pre-pandemici, grazie a vettori come Ryanair. Il sindaco, con queste dichiarazioni improvvisate, tenta di mascherare la sua improvvida decisione di applicare una tassa di imbarco che ha il solo effetto di far fuggire il turismo di qualità".
"Forse anziché dedicare tante energie a tassare i cittadini Veneti e a mettere in fuga i turisti che vogliono visitare la nostra Regione, il sindaco dovrebbe finalmente dare concretezza a una razionale regolazione del turismo nella città più bella e delicata del mondo. Nei prossimi giorni pubblicheremo i dati sugli effetti negativi della tassa con riguardo alla generazione di ricchezza per il territorio.
Marchi conclude con queste parole: “Ci sono dunque due possibilità: o il sindaco di Venezia è disinformato, oppure è in malafede”. Infine sulla delicata vicenda è arrivato anche il commento del segretario di Cisl Venezia Michele Zanocco:
"Riteniamo che la tutela del patrimonio che rappresenta Venezia a cui si aggiungono le città venete molto apprezzate dal turismo non possa passare solo attraverso le tasse pagate dai cittadini che la abitano. Il mantenimento di queste città d'arte dalle manutenzioni sino alla pulizia passando attraverso il mantenimento e lo sviluppo delle reti stradale, aeroportuale e portuale affinché tutti le possano raggiungere e visitarle trovandole nel loro splendore sia un tema che deve riguardare tutti. Non riteniamo che ci possa essere qualcuno che rinunci a visitare queste città per un incremento di 2,5 euro (che poi sono normalmente scaricati sui viaggiatori). Dispiace pertanto assistere a queste azioni da parte di un grande gruppo come Ryanair".