Il Veneto come l'Olanda: contro l'erosione delle spiagge arriva l'isola artificiale
Nei Paesi Bassi sembra funzionare. Si tratta di una sorta di penisola in sabbia in grado di limitare enormemente la distruzione delle coste. E ridurrebbe gli interventi di ripascimento...
Siamo nel campo delle idee. Per ora. Quindi si prenda l'analisi con il beneficio del dubbio. Un'idea qui, in Veneto, ovviamente, perché in Olanda quella che vi raccontiamo è già una realtà. Nei Paesi Bassi sono avanti un pezzo rispetto all'Italia nella gestione dei danni relativi al ben noto fenomeno di erosione delle coste. E si sono inventati uno "strumento", anzi no, una vera e propria isola artificiale capace di indebolire la forza del mare. Mare che si divora via via le spiagge. Sia nei Paesi Bassi che in Veneto.
Erosione spiagge in Veneto: si guarda al modello olandese
Qui lo sappiamo bene, viste le migliaia di euro sborsate dalle Amministrazioni comunali dopo eventi meteo violenti, per il cosiddetto ripascimento. Che poi non è altro se non lo spostamento di grandi quantità di sabbia in zone costiere erose. L'erosione si sa, è un fenomeno naturale, che in una certa misura, tuttavia, è aggravato dalle attività umane. E questo ha una evidente conseguenza: l'arretramento delle spiagge, della linea costiera.
Il "motore di sabbia"
Ora sembra che si guardi davvero ai Paesi Bassi per trovare una soluzione duratura. Ed ecco che spunta l'idea "Zandmotor", il motore della sabbia, l'enorme isolotto artificiale (o forse meglio chiamarla penisola) che riduce la forza distruttiva del mare in particolari occasioni. Ricordiamo tutti i danni ingenti provocati dall'acqua granda del 2019, l'alta marea a Venezia ma anche l'ingrossamento generale dell'Alto Adriatico, con la distruzione delle spiagge di Porto Santa Margherita, Eraclea, Caorle, Lignano, Bibione.
Un'alternativa al ripascimento
Ma l'erosione non avviene solo in contesti meteo estremi. E' un fenomeno che procede tutti i giorni. Se poi si aggiunge l'attività umana (la costruzione di case vicino alle spiagge, l'estrazione di acqua dalle falde, la presenza di stabilimenti balneari, l'alterazione degli ecosistemi, della vegetazione...) allora tutto il processo mette il "turbo". Fino a questo momento si è intervenuto in modo parziale, con il già citato ripascimento. Ma con scarsi risultati. Ovviamente ogni costa ha le proprie peculiarità e potrebbe anche succedere che, un successo in Olanda, si riveli come un fallimento in Veneto.
Lo studio
Nei Paesi Bassi il progetto sembra davvero dare risultati ottimali: il motore di sabbia ha evitato la costruzione di infrastrutture artificiali e dal 2011, anno di inizio dei lavori, sembra di osservare più benefici che aspetti negativi. Per il Veneto si dovrebbe però pensare in grande: servirebbe un isolotto di almeno 7 chilometri. Una vera e propria isola, non una "penisola" come quella realizzata a Ter Heijde. Ora la palla passa all'Università di Padova, ente a cui è stato chiesto da Unionmare con il coinvolgimento di Regione Veneto, di realizzare uno studio puntuale del fenomeno per trovare la soluzione migliore.