"Appalti e rapporti di lavoro" un convegno nazionale a Ca' Foscari
Il ricordo del sindaco Brugnaro dell'imprenditore Paolo Cavalletto
“Un amico, un imprenditore, un tenace sostenitore della legalità, dell’etica e della trasparenza”. Con queste parole il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha voluto ricordare l’esempio di Paolo Cavalletto, scomparso nell’aprile del 2021. Una figura che ha lasciato il segno, impegnata nel campo associativo, con diversi incarichi in Confindustria Venezia, a cui l’Università degli studi Ca’ Foscari ha voluto dedicare un convegno nazionale di studi alla memoria.
"Appalti e rapporti di lavoro" un convegno nazionale a Ca' Foscari
La conferenza dal titolo “Appalto e rapporti di lavoro” ha visto questo pomeriggio a Ca’ Dolfin la partecipazione di studiosi ed esperti, rappresentanti del mondo delle imprese, delle istituzioni e degli ordini professionali, che hanno approfondito ‘Il fenomeno dell’appalto nei suoi profili strutturali’, ‘La disciplina individuale e collettiva dei rapporti di lavoro’, ‘Il Subcontracting’, ‘Gli appalti pubblici e i rapporti di lavoro'. “Problemi complessi di natura lavorativa, sindacale, problemi che meritano di essere analizzati con un approccio scientifico, rigoroso e partecipato” ha dichiarato il prorettore vicario di Ca' Foscari Antonio Marcomin.
“Paolo Cavalletto - ha aggiunto il primo cittadino - ha fatto una scelta precisa come la maggioranza degli imprenditori italiani, investendo sulla legge e la legalità, un atteggiamento che viene dal cuore. Una scelta di campo che Paolo ha dimostrato in tutta la sua vita di saper esercitare, in qualche caso anche perdendo degli appalti. I peggiori nemici dell’illegalità sono le persone oneste, che sono le prime ad essere svantaggiate”.
“Un impegno etico e di giustizia sociale nei confronti dei suoi dipendenti – ha aggiunto Massimo Cacciari, introducendo l’evento – che Paolo Cavalletto ha sostenuto affrontando ostacoli, incomprensioni, soffrendone in alcuni casi”. Ha ricordato il figlio dell’imprenditore, Andrea Cavalletto: “Casi di corruzione, infiltrazione mafiosa, associazione a delinquere, che coinvolgono imprese del nostro Veneto, sembrano scuotere dal profondo una storia fatta di buona impresa, sacrificio e dedizione al lavoro. Mio padre faceva parte di quell’imprenditoria schierata per la legalità, ma anche per una responsabilità sociale dell’imprenditore e per fortuna non era e non è il solo”.
“L'appalto – ha spiegato Adalberto Perulli, giuslavorista e organizzatore del convegno - è diventato uno schema pervasivo e diffuso della produzione e dell'organizzazione del lavoro. Coinvolge l'intero tessuto delle piccole imprese, che diventano satelliti delle imprese più grandi, le quali, attraverso l'appalto, si deverticalizzano e si concentrano in un core business molto più ristretto. Il fenomeno è peraltro non solo locale ma internazionale (le catene globali di appalti e subappalti), con fenomeni complessi e quasi inafferrabili da parte del legislatore. L'appalto crea infatti una serie di difficili problemi di regolazione che riguardano il lavoro e i diritti dei lavoratori: dalla salute e sicurezza al contratto collettivo applicabile, alla parità di trattamento, alla frammentazione della rappresentanza sindacale”.
Dopo l’intervento di numerosi relatori delle Università di Pescara, Milano Bicocca, Ferrara, è seguita una tavola rotonda, in cui si sono confrontati Enrico Carraro, presidente Confindustria Veneto, Maurizio Landini, segretario generale CGIL, Paolo Pennesi, direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro, Giancarlo Sponchia, presidente Associazione nazionale dei funzionari ispettivi, Tiziano Treu, presidente CNEL.