Un fine settimana al Carnevale di Venezia: maschere, spettacoli (cicchetti) e le calli come "fiumi"
E preparatevi a macinare tanti, ma tanti chilometri a piedi (noi li abbiamo fatti per voi)
Il Carnevale a Venezia non è una semplice festa. Non è possibile ridurla in questi termini. E non stiamo esagerando. Soprattutto di questi tempi. Dopo anni di pandemia, dopo la paura del vuoto, le città deserte, i negozi chiusi, l'apatia, la morte. Il Carnevale è una vera e propria rinascita. Lo è stato, senza alcun dubbio, lo scorso fine settimana, in questa edizione 2023 che segna, inequivocabilmente, una ripartenza.
Un fine settimana al Carnevale di Venezia: maschere, spettacoli (cicchetti) e le calli come "fiumi"
Certo, usando toni sensazionalistici si rischia di non andare incontro ai disagi che tale manifestazione porta con sé, soprattutto nei confronti dei residenti. I problemi senza alcun dubbio ci sono. Ma oggi vogliamo fare un po' un salto oltre questa dinamica, oltre le criticità, per raccontare anche in modo "visivo", quello che a buon titolo è il Carnevale più famoso del mondo.
E partiamo dall'inizio. Dal venerdì, quando la città si sveglia per affrontare un fine settimana, quello appena trascorso, che si era preannunciato come "caldissimo". Spoiler alert: lo è stato. Anche dal punto di vista meteorologico, con un sole stupendo che ha accompagnato turisti e curiosi fino a domenica sera.
Carnevale di Venezia 2023: turisti ai livelli pre-Covid
Venerdì i mezzi pubblici erano ancora un po' "scarichi" ma la voce delle prime "sentinelle" sul territorio, gli autisti dei bus, hanno restituito da subito una visione molto precisa su quanto sarebbe poi accaduto.
"Non si vedeva tanta gente dal 2019 - hanno dichiarato - Siamo tornati a quei livelli. I bus sono sempre pieni".
E infatti a metà mattina la "profezia" si è avverata: salire su un pullman è stato quasi impossibile.
Per chi si ricorda la città spettrale nel periodo del lockdown, questa è già una grande vittoria della libertà, della normalità... Arrivati in piazzale Roma lo sguardo si perde letteralmente tra migliaia di volti, sorrisi, abbracci, coriandoli, maschere. Non mascherine.
Una magia senza fine...
Costumi sontuosi, ricercatissimi e preziosi, ma anche goliardici. C'è un po' di tutto. E i ponti di Venezia si ingolfano, come se fossero arterie stradali intasate nell'ora di punta. E c'è stato anche bisogno dell'intervento della Polizia locale per gestire questo "traffico" di umani mascherati.
Flusso costante, inesauribile, di un popolo desideroso di divertirsi con leggerezza. Rialto e San Marco, ma anche i Campi. I negozi. I ristoranti. Pieno. Tutto. Chi si concede una foto ricordo, chi ferma qualche figurante per un selfie, chi si gode uno Spritz, e chi, semplicemente, ammira la bellezza della città che tutto il mondo ci invidia.
La notte in Arsenale: che spettacolo
Ecco, su questo punto si deve essere chiari: Venezia è, era, e sempre sarà una ricchezza enorme per tutto il Paese. Lo si deve ricordare sempre, e si coglie l'occasione per farlo. Perché tra i tanti turisti stranieri incontrati, la reazione principale che si è potuto registrare, è quella dello stupore di fronte a tanta bellezza.
Si deve fare di più per Venezia? Sicuramente. A tutti i livelli. Ma prima di tutto dobbiamo tutti essere fieri della "nostra" Venezia. Lo spettacolo del Carnevale, dopo l'arrivo delle splendide Marie, si è spostato verso sera in Arsenale. Per uno show davvero straordinario caratterizzato da incredibili esibizioni di danza, di funamboli, sul pelo dell'acqua.
Qualche video dell'esibizione in Arsenale
Cicchetti e scarpe comode
Abbiamo deciso di goderci questo fine settimana come avrebbe fatto qualsiasi turista. Abbiamo indossato scarpe comode e ci siamo addentrati nel "labirinto" delle zone più distanti dai riferimenti più noti. Proprio per il desiderio di ricordare, una volta in più, che Venezia non è una semplice città. Venezia è un mondo. Un sentimento. Un modo di vivere. Amore e odio. Stop. Punto e a capo. Ora però la fame si fa sentire... e allora andiamo a fare un giro di cicchetti.
Foto e testo di Alessandro Di Mise ©
Video di Alessandro Lanza ©