Inceneritore di Fusina, arriva la risposta di Veritas: "Strumentalizzato politicamente"
Un impianto "di modeste dimensioni" per rendere lo smaltimento del rifiuto residuo più agevole.
Per domani, 25 giugno 2020, è stato organizzato un sit in a Mirano contro la riqualificazione dell'impianto di Fusina. Sono doverose però alcune precisazioni.
Non un inceneritore ma...
La prima cosa da sottolineare è che quello di Fusina non sarebbe un inceneritore ma un impianto che trasforma in energia il combustibile derivato dai rifiuti (Css): si tratta quindi di un materiale prodotto da Veritas trasformando il rifiuto secco raccolto nei 44 comuni della città di Venezia e a Mogliano Veneto (TV).
L'impianto "di modeste dimensioni" sarà adeguato al territorio e rispetterà delle severe norme ambientali relative ad ogni tipo di emissione. La gestione, dal canto suo, sarà:
"flessibile e integrata nel caso diminuisca ancora il rifiuto, grazie alla raccolta differenziata e alle migliori tecniche di riciclo, certificate ogni anno da Veritas"
Dati alla mano
Nel territorio di Venezia viene portato in discarica solo il 3% dei rifiuti e la differenziata supera il 70%. Ciò vuol dire che 155.000 delle 530.000 tonnellate di rifiuti raccolti ogni anno sono secco residuo che diventa, dopo l'apposito trattamento, circa 60.000 tonnellate di Css. Fino a qualche mese fa, si utilizzava questo materiale per produrre energia nella centrale Enel di Fusina: l'impianto è in fase di riconversione e non riceve più Css (inviato in Lombardia con costi che finiscono nelle bollette dei cittadini). L'idea è quindi quella di assicurare l'autosufficienza nel territorio ed evitare rischi ed emergenze dovuti allo smaltimento dei rifiuti: manca solo l'Autorizzazione integrata ambientale regionale, la cui conferenza dei servizi si terrà il prossimo 9 luglio 2020. Il progetto, a detta di Veritas, sarebbe stato "strumentalizzato politicamente" e quanto detto in precedenza non corrisponde a verità.