46enne di Noale estratto vivo dalla valanga: ecco come Guido Trevisan è riuscito a sopravvivere alla furia della natura
I due scialpinisti sono stati raggiunti dal Soccorso Alpino dopo che il loro mancato rientro da un’uscita nella zona del rifugio Caldenave era stato denunciato al Numero Unico per le Emergenze 112 intorno alle 16.15.
Una scialpinista, Arianna Sittoni, ha perso la vita nel pomeriggio di ieri mentre il suo compagno di escursione – un uomo del 1976, Guido Trevisan, veneto di Noale – è rimasto ferito a un arto inferiore, dopo essere stati travolti da una valanga nel gruppo del Lagorai, a monte del rifugio Caldenave e a valle della Forcella Ravetta, a una quota di circa 2.100 m.s.l.m.. I due scialpinisti sono stati raggiunti dal Soccorso Alpino dopo che il loro mancato rientro da un’uscita nella zona del rifugio Caldenave era stato denunciato al Numero Unico per le Emergenze 112 intorno alle 16.15.
Travolto dalla valanga sul Lagorai: è grave il 46enne di Noale Guido Trevisan
A rimanere travolti sono stati in due: Arianna Sittoni, 30 anni, esperta scialpinista, è morta sotto la valanga. Ferito il suo compagno di escursione, Guido Trevisan, ex gestore del rifugio Pian dei Fiacconi, e attuale gestore del rifugio Caldenave. Trevisan, 46 anni, veneto di Noale, è stato estratto ferito ma vivo dalla neve. Era riuscito a crearsi una bolla d'aria che gli ha permesso di sopravvivere. La tragedia si è consumata nel primo pomeriggio di ieri nel gruppo del Lagorai.
Dopo la chiamata, la Centrale Unica di Trentino Emergenza, con il Coordinatore dell’Area operativa Trentino orientale del Soccorso Alpino e Speleologico, ha chiesto l’intervento degli operatori della Stazione Bassa Valsugana e dell’elicottero, che è decollato da Mattarello per effettuare un sorvolo.
L’equipaggio dell’elisoccorso è riuscito a individuare in poco tempo dall’alto la valanga e alcune tracce degli scialpinisti. Il Tecnico di elisoccorso, l’unità cinofila del Soccorso Alpino di turno al nucleo elicotteri e due operatori della Stazione Bassa Valsugana sono stati verricellati sul posto. I soccorritori hanno cominciato la ricerca con Artva e sonda ed hanno individuato sotto la neve lo scialpinista, che era riuscito a crearsi una bolla d’aria che gli ha consentito di respirare. L’uomo è stato trovato cosciente, con un possibile trauma all’arto inferiore.
La ricerca con Artva ha permesso di trovare anche la seconda scialpinista, estratta dalla neve in stato incosciente. Per lei purtroppo non c’è stato nulla da fare. Da una prima ricostruzione pare che la valanga, con un fronte di circa 100 metri e una lunghezza di circa 200 metri, fosse caduta diverse ore prima.
La 30enne era scampata alla strage della Marmolada
Un peggioramento delle condizioni meteo, con nevicate e scarsa visibilità, non ha permesso all’elicottero di volare in quota per trasferire altri soccorritori e per recuperare a valle l’infortunato e la salma.
Mentre sul luogo dell’incidente, i soccorritori hanno scavato una truna per proteggersi dal maltempo, una squadra di circa 20 soccorritori delle Stazioni della Bassa Valsugana, Levico, Tesino e Pergine sono partiti per raggiungere il luogo dell’incidente via terra, anche con il supporto dei Vigili del Fuoco, per un tratto con quad e motoslitte e poi con gli sci di alpinismo, impiegando oltre due ore.
Una volta sul posto, l’infortunato è stato imbarellato e trasportato a valle dai soccorritori in sci d’alpinismo fino al rifugio Carlettini, per essere affidato all’ambulanza, intorno alle 22.30, ed essere trasferito in ospedale.
Un immenso amore per la montagna
Il grande amore per la montagna di Arianna è testimoniato dai suoi social, dove condivideva le sue imprese ad alta quota. Lei che, soltanto pochi mesi fa, già aveva visto la furia della natura ed era scampata. Lo scorso luglio, infatti, ha scritto un post intenso, dopo la tragedia in Marmolada, in cui sono morte undici persone, mentre lei stava arrampicando, non distante dal luogo dell'incidente:
"E in una giornata così tragica noi ci trovavamo proprio lì sulla SUD Della MARMOLADA…ignari di tutto scalavamo quell enorme parete, mentre dall altra parte un enorme pezzo di calotta si stava staccando portandosi dietro tutto e tutti, così vicini ma così lontani… alla montagna non si comanda a volte ci si si trova semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato… forza e coraggio a tutti!"
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Le altre vittime
Purtroppo questo drammatico copione, nelle scorse settimane, si è ripetuto anche in altre zone montane d'Italia.
Sabato 14 gennaio 2023, ha perso la vita in Val d'Aosta il 49enne Roberto Agnusdei. Lo scialpinista non ha avuto scampo dopo che una valanga si è distaccata, intorno a mezzogiorno, nella zona di Punta Chaligne, a quota 2.400 metri. Agnusdei, di professione agente assicuratore, è rimasto sepolto sotto la neve: si trovava assieme ad un amico che si è miracolosamente salvato.
E ancora, Giovanni Andriano, 49 anni, che martedì 10 gennaio 2023 era stato travolto da una valanga in Val Gardena, in Alto Adige insieme ad altre due persone. Dopo giorni di ricovero in ospedale è morto. Era una guida alpina di esperienza ed era istruttore presso il Centro Addestramento alpino di Selva Gardena. Gli altri due escursionisti che erano con lui sono sopravvissuti e hanno dato l'allarme. Purtroppo però le ferite riportate nell'incidente erano troppo gravi e il 49enne - marito e padre di un bambino di cinque anni - è deceduto venerdì 13 gennaio 2023.