E' morto l'uomo contagiato dal fungo killer
Si era infettato in Kenya. Poi era tornato in Veneto e aveva manifestato i sintomi. Ma la situazione è precipitata. Ora è massima allerta, anche perché la malattia è molto contagiosa...
Era arrivato in ospedale in condizioni preoccupanti, gravissime, ma fino all'ultimo momento si era sperato che il contagio da Candida Auris, il fungo killer resistente ai normali antibiotici in uso, fosse curabile. E si credeva in un possibile miglioramento. Ma purtroppo così non è stato.
E' morto l'uomo contagiato dal fungo killer
L'uomo, un 70enne con alle spalle una serie di patologie, è morto all'ospedale dell'Angelo di Mestre proprio a causa delle complicanze derivate dall'infezione del Candida Auris, il pericoloso fungo killer resistente al 90 per cento di antifungini presenti. Si tratta del primo caso in Veneto e anche del primo decesso.
Il 70enne era in ospedale dai primi giorni del mese. Dopo essere tornato da un viaggio di lavoro in Kenya aveva iniziato a manifestare sintomi di un'infezione. Infezione che poi si è scoperta essere derivata dal fungo killer, contratto lì in Africa. In Kenya ha sofferto di calcoli renali e per curarsi si è rivolto a una clinica privata.
E molto probabilmente è stato quello il luogo del contagio. Perché da quel momento la situazione è peggiorata. I famigliari sono riusciti a trasferirlo all'ospedale dell'Angelo e gli esiti degli esami hanno confermato la preoccupazione. Purtroppo è emersa la positività al Candida Auris.
Immediate nel reparto dell'ospedale dell'Angelo, le misure di sicurezza, con l'applicazione dei protocolli per arginare la diffusione del contagiosissimo fungo. In Veneto è il primo caso registrato di infezione. E la sua peculiarità è la capacità di colonizzare la cute delle persone ma anche le superfici. E' resistente agli antibiotici e agli antifungini comuni, non basta disinfettare.
Ad oggi, per fortuna, non risultano altri contagi ma l'allerta in tutta la Ulss di riferimento è altissima. La malattia generata dal fungo è molto severa: il tasso di mortalità è tra il 20 e il 70 per cento, soprattutto se si tratta di persone in stato di fragilità per malattie pregresse.