Un nuovo "umanesimo" nelle imprese veneziane, Confindustria e Fondazione Marcianum: "Puntare sui giovani e al bene comune"
È quanto emerso dall’incontro organizzato da Confindustria Venezia e Fondazione Marcianum, che si è svolto ieri a Marghera.
Il tessuto industriale veneziano continua ad investire nell’innovazione e nella transizione energetica. Per dare seguito a tale percorso bisogna puntare sui giovani, riscoprire la centralità dell’Uomo e adottare uno sguardo ampio rivolto al bene comune.
Un nuovo "umanesimo" nelle imprese veneziane, Confindustria e Fondazione Marcianum: "Puntare sui giovani e al bene comune"
Dopo il saluto della Presidente del Comitato PMI di Confindustria Venezia Rovigo Silvia Bolla, che ha evidenziato il bisogno di restituire centralità alla persona, l’incontro è entrato nel vivo.
La progressiva transizione verso stili di vita sostenibili è un obiettivo che riguarda l’intera umanità e una sfida per Istituzioni, politica, imprese. In questo contesto il Presidente di Confindustria Venezia Vincenzo Marinese, nel corso del dibattito moderato dal giornalista Giorgio Malavasi con la Rettrice dell’Università Ca’ Foscari di Venezia Tiziana Lippiello, ha sottolineato che la sostenibilità ambientale discende dalla responsabilità sociale.
“Sostenibilità – ha proseguito Marinese – non significa soltanto salvaguardia, ma anche stanziamento di risorse. Il tessuto industriale veneziano sta investendo oltre 5 miliardi di euro per la realizzazione di interventi rivolti alla transizione energetica. Basti pensare alla prima riconversione al mondo di una raffineria tradizionale in bioraffineria, all’ecodistretto che permette di riutilizzare in gran parte i rifiuti prodotti.
Al piano innovativo che consentirà ad una multinazionale di diventare il produttore di riferimento dei sali di litio per le batterie dei motori elettrici. Alla riconversione delle centrali, per generare energia elettrica con impianti all’avanguardia. A tale proposito, non dimentichiamo il nostro primato in Europa per la più grande turbina costruita alimentata anche ad idrogeno”.
"La sostenibilità economica, sociale, ambientale è al centro delle politiche di Ca' Foscari – ha aggiunto la Rettrice Tiziana Lippello –. Abbiamo il dovere di formare al meglio i giovani e dare loro delle opportunità, occorre quindi costruire insieme dei progetti concreti. Serve un grande patto fra aziende e Istituzioni. Dobbiamo costruire una strategia per il futuro e dobbiamo farlo nel segno della sostenibilità e dell'inclusione delle altre culture. Residenzialità, vita cittadina, relazioni internazionali sono le sfide cui dobbiamo rispondere per rendere attrattivo il nostro territorio".
Il Patriarca di Venezia S. E. Monsignor Francesco Moraglia, nel corso del suo intervento, ha sottolineato come la cultura tecno-scientifica abbia bisogno di menti e di una visione etica-antropologica in grado di governare gli sviluppi e le potenzialità della tecno-scienza.
Il suo messaggio si è concentrato sull’importanza del lavoro e sui numerosi esempi di giovani che accettano vantaggiose offerte di impiego all’estero.
“Il sistema Paese oggi risente di alcune mancate riforme”, quindi, citando il primo articolo della Costituzione Italiana, ha sottolineato come l’occupazione vada creata e preservata. “Viviamo – per fortuna – in uno Stato democratico, il confronto, quindi, sul piano internazionale, ci vede talvolta concorrere con soggetti che non sempre assicurano le tutele e le garanzie di uno Stato che mette al centro la persona. Per tali ragioni, la nostra epoca richiede di adottare uno sguardo ampio e rivolto al bene comune che non coincide con quello della maggioranza e nemmeno con quello dei singoli. Si tratta di qualcosa di più complesso che implica un cammino, un’educazione, una sfida, un percorso di formazione in cui l’uomo sia realmente il soggetto e fine”.
Il bene comune non è una somma ma una moltiplicatoria, come ha ribadito in chiusura il Presidente della Fondazione Marcianum Roberto Crosta.
“Con questo incontro abbiamo seminato un germe. L’impresa e l’Università sono leve fondamentali per lo sviluppo del Paese. Senza la prima non c’è lavoro, senza la seconda manca il motore del cambiamento. È questa la grande sfida che abbiamo davanti come sistema Venezia, Veneto e Paese. Avere messo assieme il mondo industriale e dell’accademia è stato un segnale: da qui si riparte”.