Vendita capannone Petrolchimico di Porto Marghera, il Pd all'attacco: "Inaccettabile"
Montanariello e Camani: "Su destinazione capannone e dopo-ENI inaccettabile mettere la parola ‘fine’. La Regione assuma ruolo verso la transizione".
“La vendita del capannone del Petrolchimico e l’abbandono di Porto Marghera da parte di Eni, con la chiusura dell’ultimo impianto, rappresentano capitoli di cambiamento che tuttavia non possono mettere la parola ‘fine’ alle attività industriali e sindacali in quest’area”.
Vendita capannone Petrolchimico di Porto Marghera, il Pd all'attacco: "Inaccettabile"
A dirlo il consigliere regionale del PD Veneto, Jonatan Montanariello, in visita al presidio permanente presso il capannone per esprimere solidarietà e quella del gruppo alla CGIL e a quanti stanno portando avanti questa protesta civile che, secondo le intenzioni dei partecipanti punta a salvaguardare un patrimonio di inestimabile valore sul fronte dei diritti e delle tutele occupazionali.
"Non è in primo luogo accettabile che l’acquisizione del capannone da parte del Comune di Venezia corrisponda ad una operazione di liquidazione di questa storia. La destinazione di questo luogo non può sbarrare le porte ai lavoratori e ai sindacati. Perché non è pensabile che Porto Marghera non abbia ancora un futuro occupazionale e produttivo. E perché, appunto, il capannone deve rimanere lo spazio fisico nel quale confrontarsi e assumere le scelte per il rilancio.
In questo senso - proseguono gli esponenti dem - il disimpegno di ENI richiama le istituzioni e la politica tutta ad uno sforzo di ridefinizione delle attività di questo polo, basate sulla sostenibilità e sull’innovazione. Lo spazio per operare questa transizione c’è tutto. Transizione significa cambiamento, non cessazione. La Regione Veneto faccia la propria parte: se Zaia e l’assessore Marcato vogliono puntare davvero, e non solo a parole, sullo sviluppo economico, agiscano di conseguenza assumendo un ruolo in questa fase di passaggio delicatissima. Oltre la quale ci deve essere il futuro e non l’archiviazione totale".