34enne positiva al Covid non vaccinata, è costretta a partorire in casa da sola
Il resto della famiglia era in isolamento. Ma a un certo punto il marito le ha dato una mano...
Un bellissimo regalo. Nonostante qualche difficoltà... Una storia stupenda quella che si è verificata giovedì scorso a Oriago di Mira, nell'abitazione di Giulia Megioranza: la donna, infatti, quando mancavano poco meno di dieci minuti alla mezzanotte, ha dato alla luce nel bagno di casa la sua bimba. Mentre il resto della famiglia era in isolamento. Ma facciamo un passo indietro, riavvolgiamo il filo della storia e ripercorriamo questa vicenda...
34enne positiva al Covid, è costretta a partorire in casa da sola
La storia parte da una considerazione generale: la difficoltà di portare avanti una gravidanza in pandemia. La donna, 34 anni, già mamma di un bimbo di tre anni, ha voluto raccontare la sua esperienza. La situazione si complica sotto le festività di Pasqua, quando era in programma il parto che sarebbe dovuto avvenire all'ospedale dell'Angelo di Mestre. Ma in quei giorni si è accorta di essere positiva al Covid. E la 34enne non si era vaccinata sebbene i medici le avessero consigliato ripetutamente di farlo.
Aveva rifiutato il vaccino per paura
Ma lei aveva detto di no per paura di avere delle conseguenze sulla bimba. Una paura diffusa tra le donne in gravidanza durante questo periodo di emergenza. Tuttavia non appena è risultata positiva lo staff del nosocomio l'ha avvertita che sarebbe stata messa in isolamento in ospedale, senza poter ricevere visite dai famigliari. E questo le ha procurato uno stato d'ansia. Lei avrebbe voluto avere affianco il marito, e il bimbo... I giorni sono trascorsi in un costante crescendo di agitazione fino a giovedì, quando sono iniziate le doglie.
Scambia i dolori del travaglio per quelli del Covid
Ma lei li ha scambiati per dolori legati al Covid. E non si è accorta di essere in travaglio. E' andata in bagno ed è stato in quel momento che ha capito di essere sul punto di partorire. Il marito l'ha subito raggiunta e, guidato dall'istinto e dalla moglie, le ha dato una mano a partorire. Il padre si è occupato di srotolare il cordone ombelicale della piccola Marianna, e poco dopo sono arrivati i soccorritori dell'ambulanza. Prima di andare in ospedale il figlio è anche riuscito ad abbracciare e a dare un bacio alla sorellina appena nata.
Il miracolo della vita
Una storia emozionante, che svela, ancora una volta il miracolo della vita. All'ospedale dell'Angelo la donna è stata trattata "con i guanti", perché, come già raccontato da altre mamme, lì c'è una cura particolare per le donne e per i neonati. E poi è tornata a casa in buona salute. Ma tra i motivi legati alla volontà della mamma di raccontare la sua storia c'è anche un'altra ragione. Lei è convinta che i bimbi nati in questo periodo dovranno essere più forti di quelli venuti alla luce in un periodo qualsiasi della storia.
La donna ha voluto testimoniare la sua vicenda personale: lei stessa è nata mentre la mamma entrata in coma morì di parto a dolo. La nascita della sua bimba, insomma, come in una sorta di contrappasso, vuole sostituire nei ricordi, il lutto con la nascita, la tristezza della morte con la gioia della vita, e fornire un po' di speranza e fiducia per il futuro. E tutti sappiamo quanto ce ne sia bisogno di questi tempi...