Crisi post lockdown

Venezia, gli armatori dei barconi turistici protestano: mancano i clienti stranieri

Se mancano i turisti, specialmente quelli stranieri, non ha senso ripartire.

Venezia, gli armatori dei barconi turistici protestano: mancano i clienti stranieri
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Hanno suonato le loro sirene in segno di protesta nel bacino di San Marco, ieri 18 maggio 2020: gli armatori delle navi turistiche hanno protestato e chiedono di essere ascoltati dal Governo.

Fermi dal 22 Febbraio

Hanno deciso di alzare la voce e di protestare contro un Governo che non ha dato linee guida definitive. Per gli armatori, infatti, dal 22 Febbraio 2020 ci sono state zero entrate e adesso c'è anche tanta stanchezza: non è ancora arrivata la cassa integrazione e molti addirittura non ne hanno neanche diritto, in quanto lavoratori stagionali. La proposta adesso è che il reddito di cittadinanza potrebbe essere usato per aiutare queste categorie che, affermano, non si sono mai tirate indietro quando c'era da pagare le tasse o aiutare la città.

Riprendere si, ma a quali condizioni?

Adesso, gli armatori e i loro equipaggi potrebbero riprendere a lavorare ma non ci sono le premesse per farlo. Mancano infatti i turisti, dato che fino al 3 giugno sono bloccati gli spostamenti sia tra regioni che con l'estero. Anche a voler riprendere a lavorare, rispettando le normative di distanziamento sociale e di igiene, mancano comunque i potenziali clienti. Il consigliere dell'Associazione Italiana Armatori Trasporto Passeggeri, Rudy Toninato, è intervenuto, dicendo che:

"I Dpcm sono poco chiari per quanto riguarda il turismo marittimo e il turismo di giornata. Si è visto che anche il diporto commerciale è in stop fino al 2 di giugno e quindi ci si trova in grande difficoltà: vogliamo essere ascoltati"

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