Ristorazione a Venezia, raffica di locali chiusi e maxi multe per lavoratori in nero e sicurezza precaria
Sono stati 75 i lavoratori controllati di cui 19 “in nero”. Ben 14 le sospensioni dell’attività d’impresa e 53 le violazioni in materia di sicurezza accertate. Sanzioni per 235.000 euro.
Controlli dei Carabinieri nel settore della ristorazione in vista della Pasqua.
Ristorazione a Venezia, raffica di locali chiusi e maxi multe per lavoratori in nero e sicurezza precaria
In prossimità delle festività pasquali il Nucleo Ispettorato Carabinieri del Lavoro di Venezia, con la collaborazione dei militari delle Compagnie CC di Venezia, Mestre, Portogruaro, Chioggia e San Donà di Piave, nell’ambito delle attività finalizzate a prevenire e reprimere i fenomeni dello sfruttamento del lavoro e di quello sommerso e a verificare il rispetto della normativa sulla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, ha intensificato i controlli nel settore della ristorazione.
L’attività ispettiva, di natura ordinaria e tecnica, è stata finalizzata alla verifica della regolare occupazione dei lavoratori e al rispetto delle norme in materia di sicurezza, salute ed igiene sui luoghi di lavoro. L’esito del controllo svolto sull’intero territorio provinciale ha consentito di individuare lavoratori non registrati (in nero), nonché inadempienze in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro quali omessa formazione/informazione sulla sicurezza dei lavoratori, omessa installazione di impianto antincendio, omessa dotazione di presidi di pronto soccorso, omessa valutazione dei rischi aziendali, omessa redazione del Piano di Emergenza ed Evacuazione, mancato rispetto delle norme in materia di igiene e salute.
Sono state controllate 23 ditte operanti nel settore della ristorazione individuate a seguito di attività info-operativa sequenziale all’analisi di dati provenienti dall’Arma territoriale, dai Nuclei CC Ispettorato del Lavoro e dall’esame di banche dati. Sono stati 75 i lavoratori controllati di cui 19 “in nero”. Sono state 14 le sospensioni dell’attività d’impresa e 53 le violazioni in materia di sicurezza accertate. Complessivamente sono state irrogate sanzioni per 235.000 euro.
In particolare:
- Sanzioni per 35.000 euro e 45.000 euro di contributi e premi assicurativi risultati non versati. Si tratta di un ristorante situato a Venezia Marghera, all’interno del quale è stato trovato un lavoratore di origine algerina, impiegato con mansioni di “tuttofare”. L’operaio lavorava all’interno del locale da circa 5 anni, senza alcuna copertura assicurativa (in nero), per soli 4 euro per ogni ora di lavoro. L’attività ha consentito di recuperare circa 30.000 euro di contributi evasi e 15.000 di premi assicurativi, oltre che contestare al gestore sanzioni per un importo di circa 35.000.
- Tre locali chiusi e sanzioni per 150mila euro in centro storico a Venezia. Nelle aree di movida di Rialto, il controllo ha permesso, oltre alle sanzioni, di identificare 25 lavoratori, 5 dei quali sono risultati “in nero”. Sono state, inoltre, riscontrate, in tutti gli esercizi commerciali, carenze sanitarie all’interno delle cucine che hanno portato all’immediata chiusura delle attività imprenditoriali.
- Un locale chiuso a Mestre e maxi multa di 26mila euro. Si tratta di un locale gestito da un cittadino straniero, all’interno del quale sono state riscontrate violazioni della normativa sulla regolarità dei luoghi di lavoro, nonché significative criticità in relazione alla normativa in materia di igiene. L’attività dell’esercizio è stata sanzionata per un importo di 20.000 euro e sospesa.
- Un locale chiuso a Quarto d’Altino e maxi multa di 45.000 euro. Si tratta di un locale a conduzione straniera, all’interno del quale sono stati trovati nr. 2 lavoratori non registrati “in nero”. I militari hanno scoperto i due lavoratori nell'atto di somministrare bevande ed alimenti ai clienti, senza le previste autorizzazioni sanitarie e senza alcuna forma di copertura assicurativa e contributiva (in nero). Si tratta di un locale sconosciuto al fisco, gestito da una cittadina di origine marocchina, inquadrato come Associazione Sportiva, che celava una vera e propria attività imprenditoriale mai iscritta al Registro delle Imprese. Il locale è stato sospeso, in attesa della regolarizzazione delle violazioni emerse.