Marco Zennaro è tornato a Venezia: fine dell'odissea in Sudan durata un anno
I riflettori sulla sua vicenda non si sono mai spenti. Abbiamo raccontato passo passo l'iter giudiziario che l'ha visto come protagonista (o vittima). Ma ora è il momento più bello, quello più atteso: Zennaro ha riconquistato la sua libertà...
Odissea o inferno, ora poco conta il termine per definire la vicenda vissuta dall'imprenditore veneziano Marco Zennaro. Dopo un anno bloccato in Sudan per una partita definita difettata di trasformatori, ora è finalmente libero. Ed è a casa. L'abbraccio di un'intera comunità che non l'ha mai abbandonato...
Marco Zennaro è tornato a Venezia: fine di un'odissea durata un anno
Era il primo aprile del 2021. Una data, questa, che ha segnato l'inizio di una vera e propria odissea per l'imprenditore veneziano Marco Zennaro. Si era recato in Sudan, il mese prima, per gestire una banale controversia legata a una partita di trasformatori venduti a un commerciante locale. Ma le cose erano decisamente precipitate.
In galera a 50 gradi
E così Zennaro si era trovato intrappolato, imprigionato, bloccato nel Paese africano per un anno. Ha dovuto vivere in condizioni disumane, in celle affollate nonostante il Covid, con temperature vicine ai 50 gradi. I processi a suo carico, poi, avevano dovuto fare i conti con un iter non proprio lineare. Continui rinvii, stop, piccoli passi in avanti e poi grandi salti all'indietro. Così per un anno, come detto. Ma la settimana scorsa, seppur tra mille cautele, era trapelata la notizia che la sua vicenda fosse arrivata a un punto di svolta.
Poi la svolta...
E, fortunatamente, così è stato. Marco Zennaro è finalmente libero e domenica sera è tornato nel suo Veneto. L'abbraccio di chi non l'ha mai abbandonato in tutti questi mesi, è stato commovente. E ora c'è più voglia di guardare al futuro piuttosto che ai giorni trascorsi. "Marco libero", ora, non è più solo una frase scritta a caratteri cubitali su uno striscione a Venezia. E' il presente di un uomo che ha guadagnato la sua libertà anche grazie a uno sforzo congiunto.
Una grande mobilitazione
Dalle cariche istituzionali venete (il sindaco Luigi Brugnaro e il Governatore Luca Zaia hanno lavorato in modo incessante per ottenere dei risultati positivi), a quelle diplomatiche del nostro Paese, che hanno mediato con i referenti sudanesi. Ma anche il Patriarca di Venezia, e la gente comune: la mobilitazione generale per Zennaro è stata decisamente massiccia. Il primo step per Zennaro, quindi, è stato quello di ringraziare tutti i veneziani. E l'ha fatto srotolando un grande striscione dalla finestra della sua abitazione in Campo San Bortolo. Poi è sceso per lasciarsi abbracciare.
La festa per la sua liberazione
La festa, più tardi, si è spostata in pescheria a Rialto, con tanto di musica. Un'accoglienza straordinariamente calda quella dei veneziani per Zennaro, una risposta, insomma a chi dice che Venezia sia una città senza residenti ma solo di turisti... Adesso è il momento di ripartire con la quotidianità, quella normalità che per un anno è rimasta in stand-by. Il tampone al figlio, l'uso delle mascherine, le riunioni di lavoro, e il futuro: in cantiere c'è una vogata per i canali che corrono dall'isola di Sant'Erasmo fino a Burano, e il Venezia Rugby.
Il commento del sindaco Brugnaro
Sulla liberazione di Marco Zennaro, imprenditore veneziano rientrato in Italia dopo un anno di sequestro in Sudan, il sindaco Luigi Brugnaro ha rilasciato la seguente dichiarazione:
"Marco Zennaro libero è la notizia che tutti noi aspettavamo e che ci riempie di gioia. Finalmente oggi Venezia torna ad abbracciare un suo cittadino. Sono particolarmente orgoglioso che questa triste vicenda abbia avuto un risvolto positivo.
Tutta la città in questi mesi si è mobilitata con manifestazioni e attività di sensibilizzazione e, da ultimo, è stata fondamentale la generosità di chi ha donato del proprio per consentire a Marco Zennaro di rientrare a casa, riabbracciare la sua famiglia, e avere la tranquillità di potersi difendere dalle accuse che gli sono state mosse.
Grazie quindi al Ministero degli Esteri, all’Ambasciata Italiana a Khartum, ad Unioncamere Veneto, all’Unione degli industriali di Venezia e Rovigo, alla Fondazione di Venezia, al Patriarca Francesco Moraglia, e a tutti i cittadini di Venezia e del resto d’Italia che si sono spesi per poter oggi dire con gioia che Marco è a casa. Oggi è una giornata di festa”, ha aggiunto il primo cittadino.