Caorle

Investita in bici da un 84enne al volante, disposta autopsia e perizia cinematica

Giuseppina Marchesan stava percorrendo con la sua bicicletta a pedalata assistita Strada Traghete quando, all’altezza dell’intersezione con via Firenze, è stata travolta da una Toyota Yaris

Investita in bici da un 84enne al volante, disposta autopsia e perizia cinematica
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La Procura di Pordenone intende fare piena luce sul tragico incidente costato la vita a Giuseppina Marchesan, la sessantenne del posto investita da un’auto a Caorle mentre procedeva in sella alla sua bicicletta elettrica il 23 ottobre 2021 e deceduta dopo più di un mese di agonia, il 27 novembre. Il Pubblico Ministero dott. Matteo Campagnaro, titolare del procedimento penale per il reato di omicidio stradale a carico del conducente della vettura, G. D., 84 anni, anche lui caorlotto, ha disposto un doppio accertamento tecnico non ripetibile.

Investita in bici da un 84enne al volante, disposta autopsia e perizia cinematica

Dopo aver posto sotto sequestro, con decreto del 7 dicembre, la salma presso la casa di cura Sileno e Anna Rizzola di San Donà di Piave, dove la donna è spirata, il magistrato ha ordinato l’autopsia per stabilire con certezza le cause della morte: l’incarico è stato affidato al medico legale dott.ssa Barbara Polo Grillo che procederà con l’esame nella giornata di sabato 11 dicembre presso la cella mortuaria dell’ospedale di Pordenone. Ultimato l’esame arriverà il nulla osta e i congiunti di Giuseppina Marchesan, ormai la settimana prossima, potranno finalmente fissare i funerali dopo una lunga attesa che si protrae da 15 giorni.

Non solo. Il Sostituto Procuratore, con provvedimento sempre di lunedì 7 notificato mercoledì 9 dicembre, ha disposto anche una perizia cinematica per stabilire la dinamica, le cause e le responsabilità del sinistro. L’incarico sarà conferito mercoledì 15 dicembre, alle ore 12, presso la sezione di Polizia Giudiziaria del Tribunale pordenonese all’ing. Carlo Gava, che avrà sessanta giorni per depositare le sue conclusioni. Alle operazioni peritali parteciperà anche l’ing. Iuri Collinassi come consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui i familiari della vittima si sono affidati per essere assistiti, attraverso il responsabile della sede di San Donà di Piave, Riccardo Vizzi, e con la collaborazione dell’avv. del Foro di Treviso Andrea Piccoli.

L’incidente è successo alle 13.30, dunque in pieno giorno. Giuseppina Marchesan, che era in pensione ma lavorava ancora come stagionale, addetta alle pulizie, nel settore ricettivo, e abitava in via Ferrara con una delle sorelle, percorreva con la sua bicicletta a pedalata assistita Strada Traghete quando, all’altezza dell’intersezione con via Firenze, è stata travolta da una Toyota Yaris condotta dall’ottantaquattrenne, che procedeva nel senso opposto di marcia, verso il centro, e che ha inspiegabilmente svoltato a sinistra all’incrocio senza darle la precedenza e tagliandole la strada.

In seguito al tremendo impatto la ciclista è rovinata a terra battendo la testa e riportando un pesante trauma cranico più svariate fratture. Il suo quadro clinico è parso subito gravissimo, tanto da essere elitrasportata all’ospedale dell’Angelo di Mestre dall’elisoccorso del Suem giunto da Treviso. Qui la ferita è stata subito sottoposta a un delicato intervento chirurgico al capo e ricoverata nel reparto di Rianimazione, in stato di coma e in prognosi riservata, per poi essere trasferita nella clinica privata Rizzola, dove però non si è mai ripresa fino al tragico epilogo, il 27 novembre, che ha gettato nella disperazione i suoi cari: Giuseppina non era sposata e non aveva figli, ma lascia tre sorelle e un fratello a cui era molto legata, in primis Elena, con cui viveva, oltre ai nipoti.

La Procura di Pordenone, all’indomani del grave incidente, aveva già aperto un procedimento penale per lesioni personali stradali gravissime in capo al conducente della vettura investitrice, convalidando il sequestro dei mezzi a cui hanno subito proceduto gli agenti della polizia locale di Caorle che hanno effettuato i rilievi, ma dopo la sua morte il reato contestato all’automobilista è diventato automaticamente di omicidio stradale. E sono scattati i primi, importanti provvedimenti dell’indagine.

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