In punta di piedi tra le opere di Peggy Guggenheim: ecco il tour virtuale di René Caovilla
L'iniziativa per celebrare i 40 anni dalla nascita del museo veneziano nella casa della mecenate.
René Caovilla omaggia i 40 anni dalla nascita della Fondazione Peggy Guggenheim con un tour virtuale tra le sale del museo.
Un omaggio speciale all'ultima dogaressa
Tra le storie in evidenza del profilo Instagram della maison, spicca il racconto virtuale della vita di Peggy Guggenheim e delle opere che ha collezionato durante gli anni trascorsi al Palazzo Venier dei Leoni, sua dimora privata in cui custodire i tesori più preziosi (le sue opere d'arte, ovviamente!) e ospitare artisti giovani e talentuosi provenienti da tutto il mondo. Eclettica e curiosa, Peggy aveva conosciuto René Fernando Caovilla, fondatore della casa di moda, al quale aveva commissionato una scarpa esclusiva, comoda e sofisticata: in altre parole, una calzatura perfetta per passeggiare tra le calli di Venezia ma che si distinguesse per la sua originalità.
Un legame duraturo
Oggi, il filo rosso tra la collezionista d'arte e la maison continua ad esistere: dal 2014, René Caovilla fa parte di "Intrapresae Collezione Peggy Gugghenheim", il progetto a sostegno dei musei che permette alle grandi aziende private di finanziare la collezione.
L'arte, la moda, l'amore per Venezia: tre punti cardine che uniscono l'azienda all'imprenditrice e danno alla nostra città, anche in questo momento così delicato, una nuova luce.
Del resto, proprio come diceva Peggy:
“Si è sempre dato per scontato che Venezia è la città ideale per una luna di miele, ma è un grave errore. Vivere a Venezia o semplicemente visitarla significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro. Dopo la prima visita si è destinati a tornare appena possibile, adducendo una scusa qualsiasi. Non si può restare lontani a lungo; si è riassorbiti inevitabilmente, come per magia. [...] Ogni ora del giorno è un miracolo di luce. D’estate, all’alba, il sole che sorge produce un effetto magico sull’acqua, così delicato che quasi spezza il cuore. Con il passare delle ore la luce diviene sempre più violetta, fino ad avvolgere la città in una nebbia color diamante. Poi comincia lentamente ad affondare nel magico tramonto, il capolavoro del giorno. È il momento di andare in acqua. È come un imperativo: i canali ti attraggono, ti chiamano, ti gridano di venire ad abbracciarli su di una gondola. […] Un giorno dopo l’altro si è trascinati dalla terraferma a galleggiare nella laguna, a guardare il tramonto, a superare tranquillamente I palazzi osservando la loro immagine riflessa nel canale. Quei riflessi sono come quadri, più belli di quanti siano stati mai dipinti dai maggiori maestri. […] Se c’è una cosa che può rivaleggiare con Venezia per bellezza è solo il suo riflesso al tramonto nel Canal Grande”.