Ponte di Rialto travolto dalle polemiche: il restauro, l'inaugurazione e la targa (della discordia)
Il ponte, in questo caso, piuttosto che unire due sponde, divide...
Cinque milioni di euro per salvare l'opera di Antonio da Ponte, il Ponte di Rialto e un miliardo di polemiche. Un simbolo di Venezia, un manufatto incredibile, è tornato alla bellezza di un tempo grazie al sostegno economico del gruppo OTB di Renzo Rosso. Grupp che, come è solito in questi casi, ha ricevuto in cambio dell'impegno, una targa, posizionata sullo storico ponte. E questo ha scatenato l'ira dell'associazione veneziana Venessia.com. "Troppo pacchiana, troppo pubblicitaria, troppo grande". Insomma al sodalizio veneziano non è proprio andata giù la decisione di posizionare in terra l'omaggio al mecenate...
Ponte di Rialto travolto dalle polemiche: il restauro, l'inaugurazione e la targa (della discordia)
Troppo grande. Troppo dorata. Troppo inglese. Troppo pacchiana. Troppo pubblicitaria. In altre parole, troppo tutto. E' un po' questo il motivo che accompagna l'inaugurazione del Ponte di Rialto, appena restaurato completamente, ma che fa da sottofondo, soprattutto alla targa posizionata sulla pavimentazione dell'opera del 1590, dedicata al mecenate che quei lavori li ha finanziati. E cioè Renzo Rosso e il gruppo OTB che ha messo in campo una squadra di esperti del settore, unendo nell'intento, pubblico e privato.
La bufera, due eserciti schierati: chi attacca
Un vero e proprio tsunami di polemiche, infatti, ha letteralmente travolto il Ponte, mettendo in secondo piano l'intervento strutturale che ha permesso di salvare l'opera, e facendo luce, invece, sulla ormai "famigerata" targa. Da un lato alcuni residenti, passanti, curiosi e un'associazione, Venessia.com, dall'altro il mecenate Rosso, alcuni politici e l'associazione dei pubblicitari italiani. Divisi, come detto, dalla targa commemorativa. Ed è un po' paradossale che un ponte, un'opera che solitamente unisce due sponde, in questo caso crei una così forte separazione...
... e chi difende
“Evidentemente questa estate che non è ancora terminata ha stimolato l’interesse e la creatività di novelli ‘commissari tecnici della creativà’ – sorride Vicky Gitto, presidente dell’Art Directors Club Italiano, l’associazione dei puibblicitari italiani – e mi riferisco alle recenti, quanto sterili, esternazioni del MOIGE sul “porcaputtena” di TIM e Lino Banfi, ma ancor più sulla ridicola polemica relativa alla targa a firma Renzo Rosso sul ponte di Rialto”. Il patron della Diesel infatti ha infatti finanziato con 5 milioni di euro il restauro del monumento. La donazione è, come normale in questi casi, ricordata e riconosciuta al benefattore da una targa.
“In questo caso tutto si può dire, e da rappresentante dell’intera categoria del settore mi si passi il giudizio – commenta Vicky Gitto presidente dell’ADCI Art Director Club Italiano, l’associazione dei pubblicitari italiani - tutto si può dire fuorché quella targa abbia né intenti né, a mio parere, neppure lontanamente l’aspetto di una pubblicità. Quindi mi spiace, ma i signori dell’associazione Venessia, si sono clamorosamente sbagliati”.
“Direi semmai – aggiunge Davide Ciliberti, spin doctor ed esperto di comunicazione del gruppo Purple & Noise PR - che i fautori della polemica stiano, ed è una tecnica parecchio inflazionata, cavalcando e speculando sulla cosa per ottenere loro visibilità. In realtà – conclude l’esperto – tutto il clamore che la polemica ha suscitato scivolerà appena sull’Associazione, della quale domani ci saremo tutti dimenticati, ma sicuramente va a beneficio di Renzo Rosso e OTB, che indirettamente – posto che mai lo volesse – ottiene un’inaspettata copertura mediatica”.
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