La vicenda è sempre più surreale

Il giudice non va in aula (per la pioggia) e Zennaro resta in Sudan un altro mese

Prima un testimone non riesce ad arrivare in Tribunale per i disordini in città, poi il giudice che resta bloccato per la pioggia battente...

Il giudice non va in aula (per la pioggia) e Zennaro resta in Sudan un altro mese
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Non c'è pace per l'imprenditore veneziano 46enne Marco Zennaro, bloccato in Sudan dal mese di aprile.

Il giudice non si presenta in aula

Lo hanno atteso in aula. Invano. Perché lo scranno del giudice che avrebbe permesso all'imprenditore veneziano 46enne Marco Zennaro, se non di vedere la libertà, almeno di iniziare a immaginarla, è rimasto sempre vuoto. Motivo? La pioggia, che sta rallentando, è il caso di dire "ostacolando" la giustizia.

Una situazione surreale

Al centro della vicenda c'è sempre lui, il veneto, in Sudan dal primo aprile, incarcerato per due mesi in condizioni disumane, ora in regime di domiciliari in un albergo della capitale, ma ancora bloccato in Africa, lontano dai suoi famigliari, dai suoi amici e dall'azienda che rischia pure di dover pagare il prezzo di uno stop dovuto alla situazione. Situazione, occorre dirlo, che ad oggi appare davvero surreale. Per non dire paradossale.

La pioggia rallenta la giustizia

Prima, due mesi fa, erano stati i disordini nella capitale a impedire a uno dei testimoni di arrivare in Tribunale. Oggi è la pioggia. Pioggia, va detto, che sta mettendo in ginocchio Khartum, paralizzando il traffico, gli spostamenti, con evacuazioni diffuse e più di 12mila sfollati. Ma qui la vicenda dell'imprenditore Zennaro deve trovare una soluzione: per ora tutto è rinviato al 25 agosto.

 

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