Città e campagne invase dai cinghiali: flash mob a Venezia
Quasi impossibile contarli, le stime di Coldiretti parlano di 90mila cinghiali che scorrazzano nelle province venete.
Si spostano ovunque, dalla campagna alla montagna fino addirittura al centro di Verona. E oggi gli agricoltori di tutte le province venete, come riporta PrimaVerona, sono scesi in piazza per denunciare il fenomeno, per alcuni, fuori controllo.
Campagne veronesi invase dai cinghiali
I cinghiali sono un reale problema poiché non si fermano più davanti a nulla, abbattendo recinzioni, guadando fiumi e attraversando strade e autostrade mettendo a rischio la vita e la sicurezza delle persone. Quasi impossibile contarli, le stime di Coldiretti parlano di 90mila cinghiali che scorrazzano nelle province venete. Benché ad oggi non sia mai stato effettuato un monitoraggio della specie nella provincia di Verona, sulla base dei dati di prelievo e di presenza di impatti arrecati è possibile stimare per l'intero Monte Baldo e per la Lessinia una presenza di circa 9500 cinghiali. I capi abbattuti nella stagione venatoria 2020/2021 sono stati oltre un migliaio
LEGGI ANCHE: L'impressionante video del branco di trenta cinghiali che invade un'azienda
Un’emergenza che ha fatto arrivare a Venezia gli agricoltori di Coldiretti da tutte le province per denunciare un fenomeno incontrollato che è diventato un problema di ordine pubblico e sicurezza.
Per testimoniare lo stato in cui gli operatori agricoli e i cittadini sono costretti ad affrontare l’invasione dei cinghiali dalle campagne alle città, oggi giovedì 7 luglio 2021 in Piazzale Santa Lucia gli agricoltori della Coldiretti del Veneto - tra cui oltre 50 in rappresentanza di quelli veronesi - hanno organizzato un flash mob “silente”.
Il fenomeno che lascia tutti “senza parole” è stato spiegato attraverso l’esposizione “muta” di grandi immagini con ritratti di ettari di mais devastati, foto di incidenti stradali e di cinghiali che scorrazzano indisturbati nei centri residenziali, rovistando tra i cassonetti di rifiuti a ridosso delle abitazioni.
50 sindaci schierati con fascia tricolore
Gli animali selvatici distruggono produzioni alimentari, sterminano raccolti, assediano campi. Il dossier elaborato da Coldiretti Veneto evidenzia danni periziati per oltre un milione di euro di cui liquidati poco più della metà. Un importo assolutamente sottostimato – commenta Coldiretti Verona – perché gli agricoltori esasperati hanno addirittura smesso di presentare le istanze.
“La questione non è solo agricola – ha spiegato Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Veneto insieme al vice Carlo Salvan sul palco – ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con decisione e coinvolge tutti produttori, allevatori, residenti nei centri urbani, automobilisti e turisti.”.
A sostenere la denuncia di Coldiretti più di 50 sindaci schierati con fascia tricolore a testimonianza di un impegno quotidiano di tutela del territorio.
Sul palco del capoluogo veneto è salita anche Silvia Marcazzan operatrice agrituristica oltre che allevatrice di vacche e capre da latte di San Giovanni Ilarione che è stata eletta come rappresentante del settore primario nel consiglio direttivo del Parco naturale regionale della Lessinia, massimo organismo di direzione dell’area protetta. Marcazzan ha affermato:
“Gli agricoltori e allevatori veronesi non ne possono più delle invasioni degli animali selvatici. I cinghiali, in particolare, oltre a rappresentare un serio pericolo per le persone provocano danni alle colture agrarie e forestali rompendo rami ed estirpando patate, nutrendosi di uva, mais, cereali, ortaggi e tutto quello che possono reperire sul territorio. Inoltre, ci sono danni per rottura del cotico erboso sui prati e sui pascoli. In questo caso ci sono pesanti ripercussioni sulla gestione del territorio in quanto, se si tratta di prati, lo sfalcio meccanico diventa impossibile, e in termini più generici la rottura del cotico provoca fenomeni di erosione superficiale che possono anche rendere instabili i pendii. Sono situazioni che si ripercuotono, e in maniera significativa, nelle successive annate produttive. Un problema quindi per l’integrità di luoghi di pregevole bellezza come le colline veronesi, la Lessinia e il Baldo, pronti ad accogliere visitatori e ospiti. Un altro punto critico riguarda l’eccessiva burocrazia e i tempi lunghi per le pratiche delle denunce che scoraggiano gli agricoltori a richiedere gli indennizzi che comunque sono molto bassi nell’ordine di circa il 10% del danno. Anche per questi motivi è particolarmente complesso stimare i danni causati dai cinghiali”.
Al Presidente della Giunta Luca Zaia intervenuto sul palco, la delegazione di dirigenti di Coldiretti guidata da Daniele Salvagno ha sottolineato:
“Non possiamo nasconderci dietro un dito: il vecchio Piano non ha funzionato. Con 7000 selecontrolli nel 2020 si sono abbattuti circa 7000 capi, in media un capo a soggetto. Stimiamo che in Veneto siano presenti circa 90.000 capi concentrati in alcuni territori. Con questo ritmo la nostra regione sarà invasa dai cinghiali!”.
All’assessore competente Cristiano Corazzari, Coldiretti ha affidato le seguenti richieste urgenti:
- che Stato e Regioni facciano un gioco di squadra e operino in modo risoluto per rendere le misure di contenimento e controllo effettivamente efficaci.
- che gli agricoltori dotati delle necessarie autorizzazioni siano messi in condizione di essere effettivamente protagonisti delle azioni di contenimento, anche attraverso l’utilizzo di altri soggetti autorizzati, a partire dai cacciatori, per intervenire immediatamente sui propri fondi agricoli.
- semplificare le procedure per l’attivazione di tutti gli interventi e messe in atto azioni per promuovere l’attività dei selecontrollori
- che attraverso una modifica della legge nazionale, il coordinamento delle azioni sia affidata al Prefetto in quanto competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza.
- che la delibera proposta alla Regione sia approvata in tempi rapidi
- che il nuovo piano di controllo dei cinghiali contenga azioni semplici sburocratizzate, efficaci, efficienti, allargando la platea dei soggetti attuatori, con le risorse necessarie.
“Siamo ad un bivio – ha concluso Daniele Salvagno - o subiamo l’invasione dei cinghiali o reagiamo fortemente. Leggi e provvedimenti ci sono: si applichino, usando il criterio della buona politica”.
A turno si sono alternati con dichiarazioni di appoggio il Presidente del Consiglio del Veneto Roberto Ciambetti e i capi gruppo consiliari ai quali Daniele Salvagno ha consegnato il dossier su “L’assedio dei cinghiali in Veneto”.