Erano più di 350 alla manifestazione per chiedere la riapertura delle scuole
L'evento è stato organizzato dal gruppo "Scuola in presenza Vicenza" che si è recentemente unito alla rete nazionale.
Erano in tanti, il 28 marzo 2021, per chiedere al Governo di riaprire le scuole e mettere fine alla didattica a distanza.
Genitori no Dad in piazza
Vicentini, veneziani, padovani. Tanti, tantissimi si sono dati appuntamento (e hanno aderito alla richiesta di partecipare) domenica 28 marzo 2021 a Venezia, per la seconda tappa della manifestazione nazionale contro la didattica a distanza e per chiedere la riapertura in sicurezza delle scuole in tutta Italia.
In totale, secondo gli organizzatori, i presenti hanno superato le 350 unità. A promuovere l'evento è il gruppo "Scuola in presenza Vicenza" che proprio di recente si è legata alla rete nazionale raggruppa circa 40 associazioni in tutta Italia, quel quali, in sinergia promuovono e sostengono varie iniziative di protesta contro la DAD in tutto il territorio nazionale.
La Rete Nazionale "Scuola in Presenza", rigorosamente apartitica e trasversale, raggruppa al momento oltre 30 comitati e associazioni di genitori, insegnanti e studenti di tutta Italia che già da mesi stanno collaborando e si stanno impegnando a favore della scuola in presenza. Insieme rappresentano oltre 40.000 aderenti.
Cosa chiedono alle istituzioni
- Riconoscere che l’istruzione è un diritto fondamentale ed essenziale che deve pertanto rimanere svincolato dall’automatismo delle “zone a colori”. Le Istituzioni si devono adoperare per mettere in atto rapidamente tutte le misure necessarie allo svolgimento delle lezioni in sicurezza e in presenza per ogni ordine e grado di istruzione. La scuola deve essere l’ultimo luogo a chiudere in caso di picco di contagi, non il primo. Non si possono avere centri commerciali aperti e scuole chiuse.
- Rigettare l’uso prolungato e indiscriminato della Didattica a Distanza come strumento di insegnamento in quanto inefficace, svilente per gli insegnanti, discriminatorio per gli studenti provenienti da famiglie fragili e lesivo nei confronti degli alunni con disabilità o difficoltà di apprendimento.
- Ricordare che la tutela della salute della comunità non si esaurisce nella battaglia al Covid-19, ma deve necessariamente includere la difesa della salute psicofisica, oggi gravemente minacciata in bambini e adolescenti.