Pandemia

Cortei No Vax come i "varicella party": da Padova a Trieste siamo tornati ai contagi di maggio

Superata per la prima volta la soglia dei 10mila contagi in Italia: ma l'epicentro è nel Nord-Est...

Cortei No Vax come i "varicella party": da Padova a Trieste siamo tornati ai contagi di maggio
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Prima degli anni Novanta negli Stati Uniti si era diffusa la  moda dei "varicella party". Una pratica che si era diffusa un po' in tutto il mondo (Italia compresa) e che consisteva nel radunare i propri figli quando nella cerchia delle conoscenze c'era un bimbo ammalato (valeva anche per il mobillo e altre malattie esantematiche simili) di modo che si potessero contagiare tutti e "smaltire" in fretta la malattia. Un'iniziativa in voga soprattutto tra gli anti-vaccinisti,  nella convinzione che sia un metodo più efficace, rapido e sicuro per garantire immunità rispetto   alla vaccinazione. 

Al di là dell'essere o meno d'accordo, la conseguenza immediata era (ed è, perché la pratica è ancora in voga oggi) che tantissimi bambini contraevano la malattia tutti insieme. Una situazione che - in senso lato - si potrebbe paragonare a quello che sta succedendo in Italia con i cortei No vax e No Green pass.

Cortei No vax come i "varicella party": impennata di contagi

Il bollettino del Ministero della Salute di mercoledì 17 novembre 2021 ha certificato il superamento dei diecimila contagi al giorno (10.172 per la precisione, con 72 decessi è l'1,9% di positività su 537mila tamponi). Un numero che non toccavamo dai primi di maggio, quando eravamo ancora in piena terza ondata.

Ovviamente non si può affermare che la risalita dei contagi sia solo "colpa" dei cortei e delle manifestazioni (posti di lavoro, mezzi pubblici, attività sportive, luoghi affollati  sono comunque possibili luoghi di circolazione del virus), ma quanto accaduto nelle scorse settimane in Friuli - dove a seguito delle proteste di Trieste si era verificata un'impennata dei casi - dà sicuramente da pensare.

Le situazioni più critiche

E anche quanto accaduto nel fine settimana a Padova, dove circa cinquemila persone si sono ritrovate in piazza  senza curarsi minimamente delle norme anti-contagio, potrebbe presto avere delle conseguenze devastanti, soprattutto in una regione - il Veneto - che già si sta pericolosamente avvicinando alla zona gialla. 

In Veneto soltanto ieri sono stati 1.435 i casi, mentre in Lombardia si è verificato il numero più alto di tamponi positivi (1.858). Molto alto ancora il dato friulano con 687.  E non è un caso che proprio i governatori di Friuli e Lombardia (insieme ai colleghi di Liguria, Calabria e Toscana) siano tra i promotori della richiesta di misure più stringenti per i non vaccinati. Una proposta sulla quale però il Governo al momento ha risposto picche.

Il governatore veneto Luca Zaia ha invece espresso qualche perplessità sul lockdown per soli vaccinati, ma una sollecitazione in tal senso arriva   dal presidente dell'Ordine dei medici di Venezia Giovanni Leoni, che ha apertamente accusato i No vax di diffondere il contagio. E proprio per questo si è espresso a favore non solo delle restrizioni per chi non si è sottoposto al vaccino, ma anche della possibilità di concedere il Green pass soltanto a chi è vaccinato e guarito, escludendo così i tamponi. Una proposta che già in molti hanno lanciato e che potrebbe presto venire presa in considerazione dall'Esecutivo.

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