Contagi Covid in aumento

Ospedali in emergenza: in Veneto stop a tutti gli interventi chirurgici che prevedono la terapia intensiva

A seguito della sospensione delle attività, il personale medico ed infermieristico, non direttamente impegnato a garantire assistenza ai pazienti COVID-19, potrà essere utilizzato per garantire la piena operatività dei centri di vaccinazione.

Ospedali in emergenza: in Veneto stop a tutti gli interventi chirurgici che prevedono la terapia intensiva
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Aumentano i contagi Covid in questi giorni e si sta facendo sentire sempre di più la pressione all’interno degli ospedali. Per questo motivo la direzione generale della sanità veneta si è vista costretta ad attuare il piano di emergenza.

Contagi Covid in aumento, ospedali in emergenza

Il direttore generale Luciano Flor ha quindi provveduto a firmare il provvedimento, che è stato trasmetto a tutte le Ulss e Ospedali, contenente la comunicazione della cancellazione degli interventi chirurgici programmati tranne per quelli che prevedono pazienti con gravi patologie a cui non può essere rinviato l’intervento. Flor nella comunicazione spiega:

“A seguito del progressivo incremento del numero di casi delle intezioni da Coronavirus, sia di contagi che di ricoveri , secondo quanto previsto nel Piano Emergenza Autunno si dispone la sospensione delle attività di chirurgia programmata per le quali è previsto il ricovero in terapia intensiva post operatoria e la riduzione dell'attività programmata in ambito internistico, con le eccezioni già richiamate nella nota prot. n. 474775/2020 (es. attività non rinviabile in considerazione del quadro clinico e per la quale la prognosi e le gravi eonseguenze cliniche sono fortemente influenzate dalle tempistiche di diagnosi ed intervento, chirurgia oncologica etc.)”.

Tutti i posti letto dedicati al piano di emergenza

Nella comunicazione Flor puntualizza:

“Le SS.LL. garantiranno la disponibilità di utilizzo di tutti i posti letto previsti dal piano di emergenza. Si dispone anche la sospensione dell'attività di specialistica ambulatoriale delle strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate ad eccezione delle prestazioni con priorità U e B, garantendo sia come prime visite specialistiche che di controllo, l'attività in ambito materno infantile, oncologico, malattie rare e le attività ritenute non rinviabili in considerazione del quadro clinico dei pazienti. Sarà cura di ogni struttura avvenire gli utenti programmati con altre priorità per riprogrammare l'appuntamento al termine dello stato di emergenza”.

Nel documenti viene spiegato inoltre che le aziende sanitarie, sulla base delle priorità, del fabbisogno e della ridotta capacità produttiva possono, all'interno degli accordi contrattuali vigenti, concordare con le strutture private accreditate la possibilità di erogazione di altre tipologie di prestazioni. Per quanto riguarda l'attività in regime di libera professione intramoenia, sono consentite le prestazioni che non richiedono degenza postoperatoria in terapia intensiva o nelle U.O. chirurgiche coinvolte nella riorganizzazione messa in atto per fronteggiare l'emergenza epidemica e nella cui esecuzione è coinvolto esclusivamente personale che non può essere impiegato per il potenziamento delle attività assistenziali in ambito intensivo, sub-intensivo ed ordinario. Flor ha poi concluso specificando:

Si conferma anche la possibilità di effettuare prestazioni in regime di libera professione intramoenia sia di specialistica ambulatoriale, se tale attività non impatta nella riorganizzazione messa in atto per fronteggiare l'emergenza epidemica, sia come utilizzo degli spazi che impiego del personale. Si precisa ulteriormente che i professionisti ai quali sarà consentito di effettuare le prestazioni in regime LP dovranno garantire anche le prestazioni in regime istituzionale previste in deroga alla sospensione di cui alla presente nota, ricordando che secondo quanto statuito dall'art. 38, comma 15, della legge regionale n. 30/2016, il volume delle prestazioni ambulatoriali erogate dal professionista in regima di LP non può essere superiore al volume di prestazioni erogate in regime istituzionale. A seguito della sospensione delle attività, il personale medico ed infermieristico, non direttamente impegnato a garantire assistenza ai pazienti COVID-19, potrà essere utilizzato per garantire la piena operatività dei centri di vaccinazione. Si ribadisce inoltre l'indicazione di implementare l'erogazione di servizi dl assistenza sanitaria in modalità di telemedicina, secondo quanto previsto da dgr 568/20 e ampliare il più possibile i servizi all'utenza telefonici e online”.

Accesso alle strutture sanitarie

Per quanto riguarda gli accessi alle strutture si rinvia a quanto previsto dalla dgr n. 1544/2021 al punto 4 dell'Allegato A "Accesso alle strutture sanitarie". Per quanto riguarda l'accesso alle aree di degenza per specifici contesti, ad es. accessi prolungati o per situazioni particolari quali per esempio l'assistenza a pazienti anziani non autosufficienti, l'assistenza al parto da parte del padre/partner o nel fine vita, nella comunicazione si invita a valutare eventuali ulteriori misure di contenimento - tra cui l'esecuzione di un test pcr SARS-CoV-2 - in funzione del rischio di diffusione c della vulnerabilità dei pazienti.

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